Mi bagno. Sempre di più.
Scendono gocce rabbiose e leggere.
Sono sempre più bagnata.
Lo sento, mi scivola tutto addosso.
Come la rugiada che accarezza petali di rosa, così quest’acqua chiara mi sfugge tra le dita.
Non sono mai stata così bagnata o almeno, non qui, non ora.
Mi rendo conto che stare in pubblico in queste condizioni è imbarazzante, dei brividi zigzagano fulminei lungo la mia schiena.
Adesso ho bisogno di qualcuno che mi guardi.
Che veda che esisto e che sono ferma in piedi davanti a lui tutta bagnata.
“Eppure son qui cazzo! Guardami!”
Un altro va via senza fermarsi.
Mi passo una mano tra i capelli fradici e penso:
“Prima o poi qualche stronzo mi farà attraversare ste cazzo di strisce?!?”
