USCITE DI SCENA IN GRANDE STILE

In fila al bar per pagare una stramaledetta bottiglietta di acqua. Ho già la moneta da un euro in mano. Davanti a me due ragazze, un po’ alticce per colpa del vino bianco che stanno sorseggiando come fosse wisky, di quello buono, in punta di bocca o becco non capisco, da questa angolazione pare si approccino al bicchiere come se lo temessero, quasi a sfiorar le labbra per capire se brucia. Mah. Resto a guardarle. “Cosa vuoi da babbo Natale?” Chiedono al barista belloccio con voce stridula.
“Quello che voglio non si può chiedere a babbo natale” risponde il piacione col capello sconvolto.
” Ma dai cos’è?” Insistono lagnose.
” Non lo indovinate?”
“Ma tu prova a fare la lettera a babbo natale, magari ti accontenta” dice labbra da papera prima di dare un’altra sorsata di vino.
Poi guarda l’ amica che sorride e chiede “vuoi il telefono nuovo?”
E mentre raz degan dei poveri ride facendo finta di pulire il bancone con uno straccetto bagnato, io sono ancora lì con il mio euro in mano in attesa di pagare e penso
-quasi quasi gliela tiro in fronte sta moneta-
Ecco che ricominciano
“No dai dimmi che vuoi?”
“Ma se non indovinate”
“Ma è una cosa che ti serve?”
“Dai dicci cosa chiedi a babbo natale”
“Si dai vogliamo saperlo”
“Non ve lo dico”
“Dai su diccelo, perché non lo chiedi a babbo natale?”
“Non è una cosa che porta babbo natale”
“Dai cos’è?”
Lui ride ancora, sposta le bocce di vino sulla zona del bancone appena pulita.
Loro insistono con la lagna, appoggiando le loro bocce accanto alle bocce del barista.
“Dai su? Cosa vuoi?”
E mentre la frase si ripete con una certa petulanza fastidiosa butto gli occhi al cielo e appoggio rapida la moneta sul piattino della cassa. Unisco pollice e indice destro con pollice e indice sinistro e, con tono piuttosto alto dico ” la figa! Vuole la figa! Avesse voluto un cervello avrebbe aperto una libreria e invece ha aperto un bar. L’euro lo lascio qui buonasera.”
Apro la porta alle mie spalle e me ne vado.