Autore: Mark Twain
Titolo insolito per un libro di viaggio. Eppure il buon Twain riesce ancora una volta a stupire con la sua inventiva letteraria e l’acutezza delle sue riflessioni.
Ecco cosa succede: un mago, piuttosto maldestro, trasforma il protagonista (uno scienziato) in un vibrione del colera. In un secondo Huck si ritrova nel corpo di Blitzowski, un barbone di ottantacinque anni stempiato e decrepito.
Ed ecco che questo assurdo viaggio all’intero del corpo umano sembra descrivere un intero Mondo fatto di fiumi, laghi, montagne e pianure, di paesi in lotta tra loro, di monarchie e repubbliche, di eserciti pronti a tutto e di piccoli artigiani che non fanno altro che lavorare.
“…Viviamo in uno strano e inspiegabile mondo; la nostra nascita è un mistero, la nostra breve vita è un mistero ed una pena, passiamo e spariamo; tutto è un mistero, mistero, mistero; non sappiamo da dove veniamo, né perché, non sappiamo dove andiamo, né perché vi andiamo…”
Il tempo e lo spazio hanno altre dimensioni, l’immaginabile ha forme bene definite che nulla hanno a che vedere con la percezione umana eppure, Huck attraverserà questo strano ‘pianeta’ cercando di carpirne il maggior numero di segreti.
Giunge poi il momento in cui decide di svelare la sua storia ed inizia a raccontare agli altri microscopici abitanti dell’anziano Blitzowski che in realtà egli, altro non è che un umano, un appartenente ad un altro Universo, inserito in un Universo ancora più grande e sconosciuto. Il protagonista si troverà quindi a dover rispondere a moltissime domande sulla Terra ed i suoi abitanti le quali, a dire il vero, anche ognuno di noi si è posto almeno una volta nella vita.
Ovviamente sarcastico, divertente, pungente, intelligente a tratti geniale, Twain è uno scrittore che non delude mai e in questo strano peregrinare tra il corpo umano e il significato dell’esistenza, ci regala un diario di viaggio decisamente fuori dall’ordinario.
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