Autore: Marzia Orlandi
Bello.
Si dice subito se una cosa piace, e a me questo libro è piaciuto. Intendiamoci, non è un testo che mi ha portato a sottolineare concetti o che mi ha creato turbamenti emotivi ma, è bello nella sua semplicità d’essere.
Orlandi ci regala un vero e proprio diario di viaggio. Avete presente quando durante un viaggio vi fermate per annotare su un qualsiasi pezzo di carta qualcosa che vi ha colpito o un particolare che non volete che vi scappi dalla mente? E vi viene in mente quella volta che avete scattato delle foto un po’ distrattamente solo per ricordarvi di quella strana vetrina o della confusione di un mercato cittadino? E non ditemi che non conservate i biglietti d’ingresso delle attrazioni che tanto sognavate di visitare?!
Ecco…Marzia ci regala tutto questo in un volume pieno di appunti vergati a mano, fotografie, disegni ad acquerello e molto altro. Colorato, e ricco di curiosità interessanti con un testo che descrive il suo viaggio ad Hong Kong (che in realtà non è altro che uno stop over) dal decollo da Malpensa, alla partenza da quella che fu un tempo una importante colonia britannica.
Scopriremo con lei sapori e odori passeggiando sotto una pioggia incessante e ci imbatteremo in addirittura tre imponenti primati mondiali: la scala mobile coperta più lunga, il ponte stradale e ferroviario più lungo e…vabbè scopritelo voi.
“Osservo gli altri passeggeri: una molteplice varietà di lingue, nazionalità e tratti somatici. Il mio essere quella che sono nella mia vita di tutti i giorni si sgretola, sembra diluirsi in coloro che mi stanno intorno. Nessuno mi conosce. Appartengo al mondo. non ho più identità. anche questo amo del viaggio…”
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