Autore: Yu Hua
Mi ha fregato. Questo libro mi ha proprio gabbato!
Eh sì perché pensavo parlasse di un viaggio, seppur immaginario, nell’aldilà. Uno di quei romanzi di cui si intuisce subito la trama leggendo la quarta di copertina. Ma, così non è stato.
In poche pagine mi ritrovo travolta da un personaggio poetico e gentile che mi fa subito affezionare alla sua storia. Impossibile per me fermarmi nonostante sia così palesemente poco attinente alla letteratura di viaggio.
In bilico tra realtà e fantasia, mi ritrovo a passeggiare nella ‘terra di coloro che non hanno sepoltura’ e scopro la forma che Hua ha dato all’ aldilà. É quasi più bello di quello che viene descritto in molte religioni. É un luogo lento, intangibile, sospeso.
Yang Fei, il giovane protagonista, alla sua morte intraprende un viaggio che dura sette giorni. Le storie ed i personaggi che incontra in questo lasso temporale, sono l’esatto specchio della società odierna. Tutte le paure, le preoccupazioni, le speranze, i più tristi e torbidi stati d’animo, vengono affrontati con una delicatezza ineguagliabile. Ogni storia farà commuovere e ogni personaggio ispirerà tenerezza.
É come se Hua fosse riuscito a concentrare l’essenza della vita dei nostri giorni, in un solo libro. Questo ‘grande viaggio’ travolge emotivamente, come un soffio di vento che ti accarezza leggero ma riesce a spostarti di km senza che tu te ne accorga.
“…non devi mangiare la carne di porco per sapere che esistono i maiali…”
La grazia che esce dalla penna dell’autore riesce a far digerire anche le meschinità più grandi, persino le disavventure più catastrofiche, finendo per farci assaporare solo ciò che essenziale di questa vita che è destinata a condurci altrove.
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