Autore: Luigi Malerba

“Ho raccolto in questo libro quasi tutte le cose che ho scritto in occasione dei miei viaggi…”

Il sindacato scrittori, nel 1980, invia Malerba ed una delegazione di altri autori in Cina. Il loro compito è quello di descrivere questo continente così lontano del quale si conosce molto poco. Il diario di viaggio di Luigi è una vera perla, egli affronta il suo compito con passione restituendoci degli appunti squisitamente schietti, romantici ed istruttivi.

“Ma che cosa significa viaggiare? Me lo sono domandato prima di pubblicare questo libro. Nei secoli scorsi il viaggio aveva importanza relativa o addirittura era ignota al viaggiatore… Il viaggio dunque come avventura, come esplorazione, come esperienza e scoperta… Un tempo si partiva per viaggiare, oggi nella maggioranza dei casi si parte per arrivare.”

Questo testo è la stesura in bella dei suoi taccuini di viaggio, appunti poveri di descrizioni paesaggistiche e pieni di sentimento. Il punto forte di questo libro è proprio la formula ‘ho scoperto una cosa interessante, la studio, e poi ve la racconto’. Malerba nota tutto, persino i particolari delle statue, delle strade, delle espressioni facciali dei negozianti e dei sorrisi timidi, osserva, prende appunti e poi da un senso concreto a domande, pensieri o sensazioni. Approfondisce tutto ciò che colpisce la sua attenzione riuscendo così a lasciarci una delle descrizioni più curiose del mondo orientale, un Paese che si sta affacciando all’Occidente con spirito emulativo e sogno di cambiamento.

“Ho amato i cinesi fino al punto di desiderare di essere cinese anch’io…”

Grazie ai suoi brevi capitoli riusciamo a scoprire decine di curiosità diverse che attraversano i più disparati argomenti. I cinesi inventarono la bussola, lo sapevate? Le loro manifestazioni e cortei si svolgevano issati su dei trampoli; l’imperatore Che Huang-ti non si accontentò di bruciare tutti i libri di storia, ma decapitò quasi tutti i letterati e professori.  Il trucco del viso degli attori di teatro, rappresenta l’animo del personaggio (è praticamente uno spoiler dell’intera rappresentazione!), ad esempio: chi recitava con il volto truccato di bianco impersonava il malvagio della storia. (da qui un detto cinese che descrive colui che rimane pallido come persona dal cuore freddo perciò lontano dalle passioni, infido.) La Cina aveva anche l’enciclopedia più grande del mondo. Si costruiva con legno di sandalo, cipresso e canfora per avere sempre la casa profumata e libera da insetti. Alla Cina si attribuisce la più grande strage della storia.

Leggo con vorace curiosità pagina dopo pagina, Malerba investiga per noi le tradizioni e i sentimenti del popolo cinese, ne conserva tra queste pagine tutto il coraggio e la passione. Non c’è storia più difficile della loro probabilmente eppure, riescono sempre a dimostrare delle virtù invidiabili.

Il libro raccoglie anche gli altri viaggi dell’autore, egli ritornerà in Cina dopo nove anni da quel suo primo viaggio, proseguirà quindi per l’Armenia, visiterà Hong Kong e Macao, in seguito la Bulgaria, Samarcanda ed infine la Thailandia.

“Un antico mito cinese racconta che quando l’uomo tracciò i primi segni scritti tremarono il Cielo e la Terra e gli dèi piansero perché, attraverso la scrittura, l’uomo partecipava ai segreti della creazione…”.

Sarà forse per questo che le dittature in ogni secolo e ad ogni latitudine hanno avuto come prima preoccupazione l’eliminazione dei libri? Immaginiamo per un attimo di non poter leggere testi come questo di Malerba. Verrebbe meno un tassello importante della situazione degli anni Ottanta dei Paesi da lui descritti, perderemmo tradizioni ormai superate e insegnamenti scomparsi. I diari di viaggio come questi sono una cassaforte piena zeppa d’informazioni e, se consultate con intelligenza, possono mostrare delle verità che magari non avevamo preso in considerazione.

 

 

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