“Non possiamo uscire, stiamo aspettando il nostro amico che è andato in bagno.”
“Vi trovate fuori.”
“Sì ma lui non sa che stiamo uscendo, non possiamo aspettarlo qui”
“No.”
Veniamo gentilmente spinte fuori dal cancello laterale come ospiti indesiderati alla cena di Natale. Altro che svizzeri, in Grecia rispettano gli orari in maniera eccessivamente puntuale.
In pieno centro città, tra il Parlamento e Piazza Syntagma (dove si svolge il cambio della guardia), c’è un parco pubblico molto grande al cui interno ci sono: uno stagno con anatre, pesci e una miriade di tartarughe che fanno acrobazie stando in bilico su rocce appuntite, monumenti, panchine, tavoli per picnic, giochi per bambini ed un piccolo spazio recintato con capre e galline.
Ingressi sparsi per tutto il perimetro permettono di accedere da diversi punti della città, noi entriamo dal cancello principale che ci accoglie con una distesa di fiori rossi perfettamente allineati in lunghe aiuole. Le palme ritte davanti ai visitatori, con i loro sottili fusti e le lunghe foglie verde scuro, danno carattere a tutto il paesaggio.
Aperto ai cittadini dal 1923, è stato creato per volere della Regina Amalia quasi un secolo prima. Come un vero giardino botanico, anche questo parco urbano conserva specie vegetali provenienti da diverse parti del mondo. La raccolta di alberi e piante durante l’esplorazioni nel diciannovesimo secolo era una consuetudine che determinava la potenza di un Paese e arricchiva i giardini e gli orti botanici.