“Di dove sei?”
“Di Firenze”
“Bella Firenze.”
“Sì.”
“Rimanete per pranzo? Vi consiglio il ristorante all’angolo, pesce freschissimo e pasta fatta in casa.”
“Va bene grazie.”
“Toscana?”
“Sì.”
“Di dove?”
“Firenze.”
“Bella Firenze.”
“Sì.”
“Rimanete a pranzo? Vi consiglio il ristorante vicino al castello, fanno delle pucce spettacolari.”
“Fiorentina?”
“Sì”
“Si sente dall’accento!”
“Rimanete a pranzo? C’è un ristorante poco turistico dove fanno anche pizza…”
“Ciao!”
“Ciao.”
“Di Firenze?”
“Sì….ma…. non resto per pranzo.”
A Monopoli sono così gentili e socievoli che, ogni dieci metri incontri qualcuno che ti suggerisce il miglior posto dopo pranzare. Che poi non ho capito se i consigli me li danno perché sono di Firenze o perché riconoscevano in me una buona forchetta. Vabbè. Mi lascio il corso alle spalle e mi imbatto in un breve passaggio che sembra l’ingresso ad un castello medievale, la luce in fondo al breve tunnel non ha nulla di mistico, sono solamente i raggi del sole che si riflettono su un mare quieto e cristallino. Qui, un porticciolo dal sapore orientale fa da dimora a decine di piccole imbarcazioni in legno blu. Case bianche, alcune delle quali con una parte di facciata a merletto, piccole finestre e funi verdi e vischiose che tese dagli scafi s’inabissano nel mare. Quello di Monopoli è il porto più antico della Puglia, risale addirittura al V sec. a.C., il suo fascino è senza eguali.
La scrittrice Angela Terzani Staude racconta di aver scritto sin da piccola tutto ciò che le accadeva. Ha preso appunti sui suoi diari continuamente per non perdere “…tutto quel che di nuovo, di interessante, di strano mi sarebbe altrimenti sfuggito.” (cit. da ‘Giorni Giapponesi’) Provo a fare come lei anche se, qua di nuovo c’è poco (per fortuna), di strano ( fatta eccezione per questa particolare ossessione per Firenze) quasi nulla ma d’interessante, c’è praticamente tutto.
Il centro storico ad esempio, lastricato con delle pietre un po’ scivolose e un po’ sconnesse, le sue stradine strette coi palazzi color sabbia adornati da terrazzini in ferro arrugginito, il castello, tozzo e sobrio, dal quale si spinge un romantico lungo mare. E ancora…il campanile coi suoi cinque piani, le elaborate facciate delle chiese, l’accogliente spiaggetta di fianco al corso cittadino, il mare trasparente e le panchine in pietra bianca all’ombra di gonfi alberi verdi. Tutto è interessante e tutto è piacevolmente d’altri tempi.
Passeggiare per il centro ti fa scoprire scorci bellissimi, ci sono stata durante la rassegna fotografica del PhEST ed è un appuntamento che consiglio a tutti. Palazzi storici del centro, scuole dismesse, vecchi edifici in ristrutturazione, stalle e sale del castello, sono solo alcune delle meravigliose location di questa rassegna. Avere la possibilità di entrare a stretto contatto con l’autentica bellezza di questi luoghi è una carta vincente e questo festival fotografico con molta probabilità, mi ha fatto amare ancor di più la bella Monopoli.