Halifax. Nuova Scozia.
Si respira un’aria fresca che sa di buono.
Facciamo un primo giro di ricognizione della città, passeggiando tra i giardini in fiore e i palazzi di ferro e vetro.
Arriviamo fino alla cittadella e visitiamo la fortezza dalla forma geometrica che domina sul mare.
E’ sempre una strana sensazione sapere di essere così lontani da casa, sotto un cielo diverso, con un sole caldo che ti mette allegria.
Ci godiamo ogni angolo della città ma con quello strano sottofondo di frenesia tipico di chi in un paio di giorni vuole vedere più cose possibili.
Andiamo verso sud al faro di PEGGY’S COVE
Una comunità di pescatori incredibilmente affascinante.
Il faro bianco e rosso è uno dei fari più fotografati del Canada.
Mio padre ha incrementato la media facendo circa una cinquantina di foto prendendolo da ogni angolazione.

Quello che piace di questo faro è la sua posizione (che da questa foto non si può capire), su rocce levigate che sembrano morbidi cuscini appoggiati sul mare.
Quello che invece a noi due è piaciuto di più, è il villaggio che lo precede.
Piccole case in legno, talvolta colorato, che si affacciano direttamente sulle naturali insenature della terra.

Moltissime barchette ormeggiate e una quantità spropositata di cassette in legno utilizzate per catturare le aragoste.
Qui potrete trovare dei piccoli negozi di artigianato locale e ovviamente articoli per la pesca. Potete poi sedervi in una graziosa caffetteria per godervi tutto il silenzio del posto. I colori delle reti da pesca e delle boe, faranno solletico ai vostri occhi rendendovi la giornata ancor più piena di allegria.

Vi capita mai di andare in un posto e pensare a voce alta “cavolo qui ci verrei a stare in pensione?” Ecco mio padre non ci verrebbe nemmeno pagato a dir suo perché, va bene la poesia del luogo con le barchette e le casette colorate sul mare ma “ti ci voglio vedere in pieno inverno quando si gonfia il mare e tu rimani chiuso in casa perché fa un freddo cane!”
E così lasciamo che gli abitanti del posto si godano la loro solitudine e togliamo il disturbo.
Ci spingiamo un po’ più a sud fino a raggiungere la cittadina di LUNENBURG.

Una vera chicca. Affacciata sul mare con quelle case tutte colorate e quell’atmosfera di festa che ti rapisce. Parcheggiamo sulla via centrale e come giapponesi impazziti ci mettiamo a fotografare persino le grondaie di scolo.
Raggiungiamo la passeggiata sul mare e ci rendiamo conto che abitare in un paese civile sarebbe veramente magnifico. Non per far polemica, ma avrete notato anche voi, in qualche parte del mondo, la pulizia delle strade che sono praticamente immacolate, l’asfalto che ha un solo colore e livello, i cestini attaccati ai pali della luce, e le persone che lasciano camminare i figli di due anni a cento metri da loro senza alcuna preoccupazione.
Quando ti trovi in realtà come queste, ti senti quasi in un parco giochi. In un mondo di un universo parallelo, uscito dalle tue fantasie più nascoste e fattosi realtà.
Ci fermiamo a pranzo in uno dei ristoranti del porto. La parete fatta interamente da vetrate, il sole che ci scalda, le famiglie che passeggiano, il giardino verde dall’altra parte della sponda e le barche a vela che si muovono scivolando sull’acqua. E poi lui. Il sandwich all’aragosta più buono che abbia mai mangiato. Anche perché è stato il primo e l’unico perciò potrei dire pongi pongi po po po. Signori miei….da leccarsi i baffi.









