Autore: Alice Piciocchi e Andrea Angeli
Copertina rigida, pagine spesse ed una miriade di illustrazioni senza le quali il libro potrebbe quasi risultare inconsistente. Si tratta di un diario di viaggio suddiviso in brevissimi capitoli. Gli autori descrivono la loro esperienza di soggiorno sulle isole di questo (poco frequentato) arcipelago della Micronesia, un luogo remoto posizionato in mezzo all’Oceano Pacifico e formato da 32 atolli (alcuni dei quali disabitati), a metà strada tra le Hawaii e l’Australia.
Non dilungandosi molto nelle descrizioni di emozioni, personaggi e paesaggi, viene difficile appassionarsi alla lettura ma, si possono comunque scoprire tante curiosità sulla vita di queste popolazioni distanti (non solo fisicamente), dalla società alla quale siamo abituati noi.
Basti pensare ad esempio che la prostituzione, anche minorile, non è disciplinata da alcuna legge, ed è consuetudine offrire prestazioni ai pescatori che approdano sulle isole in cambio di cibo, materiali di varia natura o denaro.
Una terra così lontana da tutto non ha praticamente nulla, gli ortaggi sono solo 5, stesso dicasi per la frutta. Vivono di pesca e anche la fauna conta esemplari di maiali e galline e una decina di altri animaletti autoctoni.
Gli incantesimi e le magie che dai racconti della coppia sembrano leggende antiche, mi fanno pensare che funzionino davvero quaggiù. Mangiano vermi di mare che, una volta essiccati, risultano della stessa consistenza e gusto di quelli della Haribo. Se le donne restano vedove, devono risposarsi con il parente più prossimo di sesso maschile nonostante l’età (lui può avere anche vent’anni di meno e capite bene, che se la donna ha 35 anni, tocca mettersi in casa un ragazzino).
Non esistono letti o sedie se non sull’isola principale, quella turistica, nella quale sono presenti anche la banca, il centro commerciale, la cassetta delle lettere e i lampioni. Si fa una festa per l’arrivo delle mestruazioni e si dissotterrano le ossa dei defunti per lavarle, lucidarle con olio di cocco e riporle nuovamente sotto terra. L’alfabeto è composto da solo 13 lettere e per andare in bagno si va in mare.
Un testo sicuramente ricco d’informazioni curiose sulla vita di queste piccolissime isole. Un viaggio decisamente particolare raccontato con una formula nuova.
Lo consiglio non solo ai lettori di letteratura odeporica, ma anche agli appassionati di antropologia o agli amanti delle isole remote.
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