Ci fermiamo a Tarifa. Qui, a soli 14 km dalle coste dell’Africa, ci sono le spiagge più belle dell’Andalusia.

La Costa de la Luz si estende per chilometri verso nord ovest,  l’agitata acqua verde petrolio e la sabbia finissima si mischiano con il blu del cielo. Qui il vento è il padrone di casa. Non c’è momento della giornata in cui non ti schiaffeggi con rapidità fulminea.

“Signora per caso ha un phon vorrei asciugarmi i capelli?” Mi osserva stringendo gli occhi come a chiuderli a fessura poi, guarda fuori dalla finestra dove gli alberi sono piegati dal vento in un inchino reverenziale e torna con lo sguardo su di me.”Insisto, ho bisogno del phon non di una broncopolmonite.”

Pare che questo sia il paradiso per i surfisti. Decine di vele colorate si muovono sinuose nell’aria e, in acqua, i più temerari fanno salti altissimi con i kitesurf.

Se non fosse che Hosseini ci ha tolto la dolce poesia degli aquiloni, con la sua storia strappalacrime e strappabudella (cazzo a me gli aquiloni piacevano un sacco! maledizione), questo sarebbe il posto perfetto per farli volare liberi in cielo.

La grande duna della Playa de Valdevaqueros ci sorprende proprio sulla strada asfaltata.

É una situazione stravagante, se così la si può definire, guidi su una normalissima strada tra arbusti e alberi verdi e dal nulla eccola! una duna che si muove sollevando i suoi granelli come fossero fumo.

Altro che il riso ai matrimoni, qui la sabbia ti si infila ovunque e si muove in un vortice così veloce che sembra pungerti su tutto il corpo. Se ti metti in costume da bagno potresti farti una seduta gratuita di agopuntura.

Affondo pochi passi nella sabbia e rimango incantata da quella sensazione di sfocato   che si dipinge tra terra e cielo.

 

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