Autore : Frederick Marryat

Piccola rilegatura, poche pagine e, considerando che è con testo a fronte in inglese, il libro è ancora più corto.

C’è un però… è veramente simpaticissimo!

“…con una guida stradale e un dizionario geografico, scriveresti un libro di viaggi più divertente della metà di quelli che oggi sono imposti al pubblico. Tutto quello che devi fare è riempire i vuoti….”

La domanda è: si può scrivere un libro di viaggio senza muoversi da casa?

Ovviamente sì.

In questo libro, grazie ad uno scambio di battute divertenti e con intuizioni a dir poco geniali, i due personaggi ci presentano tutte le soluzioni e gli stratagemmi per scrivere in maniera dettagliata ed accattivante a proposito di un luogo che non si è mai visto nemmeno in foto.

Mi piace definirla: ‘scrittura dell’inganno’ che però, a pensarci bene, si discosta molto poco da quello che fanno i veri viaggiatori. Condire con emozioni personali e sopratutto ingigantire o sminuire qualcosa, sono operazioni che tutti gli scrittori di viaggio propinano ai loro lettori. Si tratta di recitare, di invogliare o di allontanare.

Alla fine della lettura questo breve testo mi lascia con un pensiero che si è andato ad insinuare nella testa pagina dopo pagina:  c’è così tanta differenza tra il racconto di uno che ha vissuto ed uno che ha immaginato?

Secondo me no. Pensateci bene, uno potrebbe salvare un rinoceronte dalle sabbie mobili, tuffarsi da una cascata alta come un grattacielo o imparare una lingua di una tribù sconosciuta e, tra i lettori, ci sarà sempre chi ci crederà e chi no.

Perciò che importanza ha dire la verità o mentire? Come rammenta uno dei protagonisti: l’importante è vendere copie.

“…Per esporre eventi che non si sono mai verificati: inventateli, saranno più divertenti….”

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