Autore: Virginia Woolf
Metto subito le mani avanti, è il primo libro che leggo di questa scrittrice britannica.
Adesso, con il cuore in pace, posso dire che mai più ne leggerò.
Acidella, superba, altezzosa e sciatta. Forse sto esagerando. Ma non mi è rimasta affatto simpatica. Il libro è un resoconto giornaliero molto (molto!) telegrafico e approssimativo (cit. “Vista la grande chiesa tonda sul fiume”) di soggiorni in Europa. A bordo di un auto insieme al marito gira tra un paese e l’altro spingendosi dalla Francia alla Grecia, passando per l’ Italia per poi entrare nella Germania nazista, scrivendo di ciò che le accadeva e di ciò che visitava.
Devo darle atto che scrivere ogni giorno durante viaggi così stancanti non è affatto facile, ci vuole un’ottima costanza inoltre lei, non tiene un vero e proprio diario ma scrive su dei fogli quando ha tempo in modo da non scordarsi cosa ha fatto durante la giornata e poi, una volta rientrata a casa, ricopia tutto in bella nei suoi taccuini di viaggio. Perciò cosa ci può essere di emozionante in un elenco di cose scritte in maniera disordinata?
Racconta le strade percorse, il servizio offerto dagli albergatori presso cui alloggia, le persone che incontra a cena nei ristoranti che frequenta e la gente che vede per strada mentre passeggia. Ha sempre un piglio piuttosto tronfio nel descrivere donne e uomini che, secondo il suo dire, non hanno mai una gran vita, o un gran viso, o una gran fortuna…. Se ricordo bene pare che in un mese intero solo una cena è stata di suo gradimento, solo un paio di volte ha dormito bene e, in tantissime altre occasioni, è stata un lamento continuo.
Mi aspettavo poesia, descrizioni di luoghi e usanze di un epoca passata; credevo di ritrovare l’affanno della gente, gli odori della campagna, i primi lussi cittadini e il rumore delle stoffe delle gonne tagliate sotto il ginocchio.
Ma ha ragione lei quando scrive “…Scrivere non è per niente un’arte semplice. Pensare a cosa scrivere sembra facile; ma il pensiero evapora, scappa di qua e di là…”.
E per questo voglio pensare che lei in realtà quei viaggi in Europa se li sia goduti. Penso a quanto sotto sotto si sia divertita nonostante l’acqua delle camere d’albergo troppo fredda o i camerieri delle locande poco raffinati. Penso che abbia guardato con affetto ogni curva di collina nonostante il vetro dell’auto fosse macchiato dallo scivolar dell’acqua e… anche se il suo scrivere superbo e privo di modestia non ha fatto trasparire alcun affetto o stima per i nuovi incontri fatti… sono certa che avrà comunque trovato degli amici lungo la sua strada.








