Un piccolo giardino con ingresso a pagamento che si differenzia da tutti gli altri minuti parchi cittadini per il suo particolare specchio d’acqua.

Si tratta di un laghetto che si forma grazie all’acqua sorgiva che affiora dal terreno, da piccole cascate che si riversano nel bacino e da numerosi ruscelletti sotterranei che incrementano la portata del lago stesso. Se si presta attenzione in alcuni punti si possono vedere piccole bollicine muoversi velocemente verso la superficie e, se non le si perde di vista, si ha quasi l’impressione che la terra respiri.

I colori del parco sono incredibili poiché la vegetazione esterna si riflette sulle acque ed incontra la vegetazione subacquea altrettanto rigogliosa e ricca di sfumature di verde. L’acqua, che mantiene costante la sua temperatura di dodici gradi nonostante le stagioni, è limpida e immobile.

Questo piccolo parco nel corso dei secoli è stato oggetto d’ispirazione per scrittori e poeti illustri che venivano qui dalla Francia, Austria e Inghilterra, per ammirare la grazia della Natura, volendo giocare in casa, tra i tanti artisti citerò il connazionale Giosuè Carducci che dedicò a questo luogo un’intera ode (lunghissima, più dell’attesa dell’autobus che non passa mai) della quale  metterò solo pochi versi:

“Ancor dal monte, che di foschi ondeggia

frassini al vento mormoranti e lunge

per l’aure odora fresco di silvestri

salvie e di timi,

scendon nel vespero umido, o Clitumno,

a te le greggi: a te l’umbro fanciullo

la riluttante pecora ne l’onda

immerge, mentre…”

Lo descrivono come un posto di ‘beatitudine e serenità’, per me qualsiasi luogo con più di una persona è già confusione ma devo ammettere che il soffice prato verde e sopratutto, il fruscio delle foglie delle betulle, invitano a distendersi per un sonnellino.

 

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