Sono a Tromsø in Norvegia, prenoto on line un’escursione.

Mi passano a prendere in centro città insieme ad un altra decina di viaggiatori. Viaggiamo per circa un’ora costeggiando fiordi meravigliosi e un paesaggio innevato molto romantico. Ci fermiamo in una baita per indossare delle tute termiche. Ho già i pantaloni da scii, e due paia di calzamaglia ma a quanto pare non bastano. Dopo aver tirato su la cerniera della tuta, mi ricordo di dover fare la pipì.

Una buona mezz’ora dopo, madida e ingabbiata in 4 strati di tessuto tecnico, mi infilo cappello, guantoni e stivali e seguo il gruppo sino al recinto dei cani.

Impazziti! Letteralmente impazziti. Sembriamo dieci ebeti con la faccia entusiasta, come se non avessimo mai visto dei cani in vita nostra. C’è una gran puzza, i cani si rotolano sulla neve appena imgiallita dall’ urina calda. Ma chi se ne frega, se un cane ti si avvicina per giocare, tu lo coccoli come se fosse un batuffolo di cotone profumato. Come se.

Ci dividono in coppie. Io finisco a condurre una slitta insieme ad un ragazzo australiano che mi confessa di non aver mai visto la neve prima di questo viaggio. Adesso dovrò fare a gara con lui a chi si meraviglia di più!

Si siede sulla slitta con non molta fiducia, gli dico che ho tutte le patenti, giusto per consolarlo un po’ ma poi, dopo la prima curva, me lo perdo. Ruzzola fuori dalla slitta come un sacco d’immondizia, ma ride, ride a crepapelle e non posso fare altro che assecondarlo, (non gli dirò che è finito su una cacca, non voglio rovinare il suo momento d’euforia).

Seguiamo la guida attraverso un paesaggio surreale, il silenzio ha un suono molto particolare. E’ cupo e leggero. Gli occhi devono abituarsi a quel bianco-azzurro della neve. Viaggiamo velocissimi, i cani tirano con forza e fanno i bisogni senza fermarsi. Il primo della fila si mette ad ululare e proprio non capisco dove riesca a trovare il fiato per farlo. Lo seguono gli altri del gruppo che intonano un coro che assomiglia vagamente ad un canto di guerrieri pronti alla battaglia. Lo spazio intorno a noi è sconfinato. Lasciamo il bosco fitto alla nostra destra e continuiamo per circa trenta minuti in rettilineo senza mai fermarci. Sento il moccio congelarsi al di sotto delle mie narici, le ciglia si stanno congelando ed entra un’aria pungente dal guanto destro che ho infilato in maniera distratta. Il polso è quasi congelato ma la magia della natura mi rinfranca con la sua grazia selvaggia.

Mi abituo al rumore dei pattini di legno che scivolano sulla neve e in salita provo a dare una mano a miei poveri cagnolini che arrancano affaticati. Non ho mai imparato ad andare sullo skateboard ma non me la cavo malaccio, basta muovere veloce il piede per dare un po’ di spinta cercando di rimanere in equilibrio sul pattino.

La guida ci conduce sino al punto di triplice frontiera tra Svezia, Norvegia e Finlandia. Facciamo riposare i cani e camminiamo in mezzo alla neve fresca.

Mi hanno fatto un po’ di tenerezza questi cagnoloni coraggiosi? Sì, devo ammetterlo. Ma dopo aver visto con quanto amore vengono trattati dai loro padroni, tutto ha avuto più senso.

Una giornata veramente speciale. La natura, il silenzio, il profumo della neve e tante coccole pelose. Cosa vuoi di più?!

You May Also Like

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *