L’ingresso al piccolo borgo (facente parte dell’elenco dei più belli d’Italia), concede al turista un grazioso affaccio sul Mar Iono; la piazza principale si trova infatti proprio ad inizio paese e da qui, una lunga ringhiera volta al mare, disegna il perimetro di uno spiazzo reso inconfondibile dalla particolare pavimentazione bianca e nera.
Se fossi alle dipendenze di Muccino e, se dovessi scrivere la nuova sceneggiatura per uno spot su questo paesino di poco più di mille anime, potrei immaginarlo così:
“Qui si respira la vera Sicilia. Passeggiando tra agrumeti e pale di succosi fichi d’india …la brezza del mare accarezza i capelli mentre soffia leggera…una donna cammina con la sola compagnia degli sguardi dei passanti, muovendosi dentro al bell’abito lungo con disegni di fiori e frutti che si gonfia e si sgonfia sotto il peso dell’aria. Si ferma prima di voltare l’angolo e sorride, nascondendosi sotto una ciocca di capelli lunghi lisci e neri come la pece; gli uomini in camicia bianca e bretelle afferrano con i loro indici e pollici le strette visiere della coppole per rispondere al saluto….Il profumo del latte di mandorla si mischia a quello della pasta con le melanzane e, mentre al mercato ittico viene mozzata con un sol colpo la testa di un pesce spada, qualcuno a bordo strada accompagna il suono dello scacciapensieri con le note di uno zufolo di legno.”
Ma visto che con Muccino non ci ho preso mai nemmeno un caffè e che ho armadi pieni di fantasia e demenza, dovrò limitarmi a descrivere ciò che ho trovato in totale sincerità: una chiesa, delle cartoline anni ottanta e, qualche cazzo.
I ‘famosi’ falli apribottiglie, me ne avranno regalati a mazzi nel decennio passato, regali di dubbio gusto gentilmente portati dai posti più disparati: Bali, le Dolomiti, Venezia, NY, Thailandia, Amsterdam…ogni tanto cambiava l’oggetto ma lo stile restava inconfondibile, ad esempio c’erano i pratici portachiavi con la scritta della città che girava tutt’intorno al glande. Che poi mi sono sempre chiesta: nessun tifoso juventino porterebbe con se un portachiavi del Milan o della Roma… perché mai proprio io dovrei patteggiare per la squadra avversaria? Perché non fare un bell’ amuleto a forma di vagina? Devi stappare una bottiglia? che problema c’è ….zac…tiri fuori dalla borsetta il mille usi a forma di fica. E gli svizzeri, muti.
Tralasciando l’ironia, se capitate da queste parti potete assaggiate il tipico vino alle mandorle dell’Antico Caffé San Giorgio, prodotto e servito qui da più di cento anni. Se l’alcool non dovesse essere di vostro gradimento, ripiegate su una spremuta di melograno (una vera delizia!).
























