Blois è una cittadina favolosa: ha un centro storico pulito e dal sapore romantico tutto da scoprire…infatti prima o poi lo farò.

A Blois non ho fatto la solita gita nel cuore della città (a dire il vero non mi ci sono nemmeno avvicinata). Niente musei, visite a palazzo, shopping o assaggi di street food. Le sponde del fiume Loira invece, quelle sì che le conosco bene, sono state il teatro di questa visita totalmente fuori dal comune.

Il traffico era congestionato, centinaia di persone di tutte le età invadevano le strade e i marciapiedi trascinandosi dietro borse frigo, sedie pieghevoli e tavolini da picnic. Non solo non c’era un parcheggio a pagarlo oro, persino uscire da quegli ingorghi pareva un’impresa più complicata delle missione di Tom Cruise.

“Excusez-moi, où allez-vous tous?” (Dove state andando?)

“Il y a un feu d’artifice ce soir!” (Ci sono i fuochi d’artificio stasera)

Ecco spiegata l’euforica confusione.

Giriamo per circa un’ora, forse non siamo nemmeno più a Blois, chi può dirlo? Ma tra un cassonetto e delle bici appoggiate ad un cancello, riusciamo ad incastrare l’auto. Il buon Ole Kirk Christiansen sarebbe stato fiero di noi.

Adesso il centro città appare così lontano eppure è davvero piacevole passeggiare al tramonto seguendo il flusso e, come formiche che fiutano lo zucchero, ci spingiamo sino alle porte della città.

Meglio del cinema all’aperto, frastuono, boati, lampi nel cielo, pioggia di luci, schioppetìi e bagliori incandescenti. Pensare che sono passati più di mille anni da quando dei monaci cinesi hanno realizzato la potenzialità della polvere da sparo.

Adesso esistono decine di fuochi d’artificio differenti, non solo per forma, colore e potenza, ma per composizione. La chimica si trasforma in spettacolo facendo da protagonista come una ballerina sul palco di Las Vegas. Le tonalità vengono ottenute grazie a particolari sali, minerali, carboni o metalli mischiati alla polvere che consentono di lasciare scie variopinte nel cielo e creano piccole esplosioni e luci colorate.

Il sole è quasi calato e tutti hanno preso posto, chi in riva al fiume, chi appollaiato sui muretti dei viali alberati e chi in piedi  sul Pont Jacques Gabriel. Tutti in attesa che sopraggiunga la notte.

Ed ecco il primo scoppio che sancisce un’ improvviso silenzio. I bambini emettono delicati suoni di stupore e le mani degli innamorati si stringono.

Mentre il rosso il bianco e il blu si mescolano in cielo e tutte quelle teste sorridenti tendono all’infinito mi viene da domandarmi: mi ricorderò dove diamine ho parcheggiato?

You May Also Like

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *