“Siamo arrivati?”

“No.”

“E ora siamo arrivati?”

“Credo di sì.”

“Finalmente.”

“Anzi no.”

“Che vuol dire anzi no?”

“Dietro la curva c’è un’altra salita.”

“Eccheccazzo.”

 

É bello passeggiare in mezzo alla natura, tra i suoi profumi, l’aria pulita, i leggeri movimenti delle foglie, lo sciabordio dell’acqua che sgorga dalle fessure della roccia e il legno delle passerelle che cigola e scricchiola ad ogni movimento. Però…a ‘na certa… pareva più una punizione che ‘na passeggiata!

Più di 290 km quadrati di parco, nel cuore della Croazia, con sedici laghi terrazzati collegati tra loro da piccole, medie e grandi cascate. Un luogo nel quale l’uomo, seppur perennemente di passaggio, ha cercato di preservare per quanto possibile la primitiva bellezza.

La cosa che mi ha colpito di più è il fluorescente colore dell’acqua. Limpida a riva e gentile mentre scorre sotto i passaggi in legno, in alcuni di questi bacini si mostra con un colore che pare innaturale. Un celeste quasi elettrico.

All’interno del parco ci si può spostare a piedi, con il battello e con un autobus. Ci sono due ingressi, a seconda di quale sentiero di sceglie d’ intraprendere. Entrambe le entrate hanno il parcheggio, la biglietteria, un centro informazioni e uno store. Io ho scelto di seguire il sentiero H che partiva dall’ingresso numero 2. Il parco apre alle 7 ed è consigliabile iniziare a quell’ora (o poco dopo) per evitare il caldo e sopratutto la ressa di turisti che affollano i percorsi dall’ora di pranzo in poi.

Perché il percorso H? Poiché vagliando con attenzione i molteplici sentieri proposti, questo apparteneva al gruppo con ‘media intensità’ e aveva una durata di circa 5-6 ore (in sette ore compresa la pausa pranzo eravamo fuori) e sopratutto, riusciva ad abbracciare tutti i punti panoramici più sensazionali.

Doveroso sottolineare tre punti: il prezzo del biglietto a persona è di 40 euro e non 15 come riportano alcuni siti internet; è importante indossare scarpe comode, magari da trekking, o comunque che non siano con la suola liscia; terzo ed ultimo: se scegliete come me di intraprendere il sentiero H, l’ultimo chilometro è piuttosto faticoso. Una gran bella salita di almeno 15-20 minuti. Certo, è anche il miglior punto panoramico di tutto il parco, quello dal quale si riesce a vedere la passerella ondulata che passa in mezzo al lago azzurro, ma se siete in compagnia di bambini o anziani, cercate di scegliere il percorso più adatto a voi chiedendo consiglio direttamente al personale dei parchi, scrivendo una mail al punto informazioni che trovate sul sito ufficiale, vi risponderanno in poche ore. (Hanno un servizio di assistenza davvero eccellente!)

Ah già dimenticavo…i cani sono ammessi!

Verso metà mattina, quando ormai mi ero assuefatta al silenzio, all’incanto dei colori e alla calma…ecco che le passerelle si riempiono ad ogni curva un po’ di più. Pareva di stare in fila alla cassa del supermercato il sabato mattina quando orde di persone invadono le corsie, come se si fossero svegliati tutti contemporaneamente e avessero scoperto di non avere nulla da mangiare in casa.

É un vero fastidio dover dribblare turisti e cercare di non finire in acqua. Vedere lunghe serpentine cercar di avanzare su di uno stretto sentiero mi ha fatto percepire l’inutilità dell’essere umano.

Siamo di passaggio, proprio come su questi camminamenti inchiodati. Siamo spettatori, ospiti (per lo più indesiderati) di una natura che va avanti da sola. Non siamo come la papera che scivola sull’acqua, come il pesce che nuota nelle profondità del lago o come le foglie delle canne che si piegano al vento. Non siamo le radici dell’albero che si aggrappano alla roccia, né la goccia di acqua che precipita dalla cascata. Siamo solo visitatori con telefoni in mano, pronti a scattare foto di un mondo che calpestiamo ma col quale non riusciamo proprio a sperimentare la bellezza dell’armonia.

Dopo 14 kilometri guadagnare il parcheggio è quasi un sollievo. Non oso pensare a chi si avventura in questo trekking nelle calde giornate d’agosto! É veramente da folli.

D’altro canto è anche vero che a me i folli piacciono perciò…. fanculo!…

…meglio folli e un po’ squagliati, che normali e non sudati!

 

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