Forse non tutti sanno che d’estate a Firenze sembra che ci siano i termosifoni accesi al massimo. Se sei una nutria o un ratto puoi trovare refrigerio facendoti una nuotata in Arno ma, se sei un umano, devi trovare altre soluzioni. Una potrebbe essere ad esempio andare al parco di Pratolino (alias Villa Demidoff).
Non so in quale occasione Cicerone disse: “se possedete una biblioteca e un giardino, avete tutto ciò che vi serve.” Pare gli abbia dato ascolto la bella Marija Demidoff che, dopo aver saputo che non era possibile avere una biblioteca in casa perché tutte le stanze erano già occupate esclamò: “allora il giardino dev’essere enorme!”
Detto fatto, nel parco della villa medicea che un tempo fu sua dimora (a dir la verità tuttora lo è poiché si è fatta seppellire al suo interno vicino la chiesetta), puoi camminare per ore senza passare mai difronte lo stesso albero.
La verità è, che quasi nessuno infondo fa caso agli alberi, vengono tutti ad ammirare lui, l’uomo seduto con i muscoli tesi e lo sguardo basso.
Il colosso dell’Appennino (alto 14 metri) venne eretto dal Giambologna fra il 1579 e il 1580, è in muratura rivestito d’intonaco e pietra. Un uomo con una barba molto lunga che, a guardarla bene, assomiglia vagamente al pelo di un Komondor.
Un’area verde così estesa è da considerarsi un luogo prezioso, sopratutto per quelli che dalla città non possono allontanarsi; come diceva John Muir: ‘…in ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca…’ e qui ,spazio per passeggiare e lasciarti ispirare, ne hai proprio a bizzeffe.




























