Ho sempre sognato di andare sull’Isola di Pasqua ed eccomi qua, davanti ad un Moai.

Nel 1990 venne scolpito da undici indigeni dell’Isola di Rapa Nui con asce e pietre taglienti. La scultura sacra porta fortuna e prosperità al luogo che ha davanti agli occhi a meno che non venga spostata, in quel caso, solo disgrazie. Considerando che guarda un parcheggio-area camper…direi che la sosta qui è consigliata.

Questo piazzale si affaccia sulla piccola cittadina che, come Pitigliano, mostra case tutte ravvicinate che sembrano sostenersi sul promontorio roccioso. Le facciate dei palazzi a strapiombo sulla vegetazione fanno un po’ impressione e mi chiedo: quante cose saranno finite di sotto negli anni? Mi sento di consigliere agli archeologi del 4500 di fare un giretto in questa vallata, potrebbero riportare alla luce centinaia di lattine, bottiglie, mollette per i panni e magari… qualche telefono scappato di mano a dei buontemponi che si sporgevano un po’ troppo.

Entrando all’interno delle mura del paese, ritrovo le strette strade percorse da Enrico Montesano che, fingendosi la statua di San Mancinello, viene portato in processione a spalla e acclamato da tutti i devoti. (il film è del 1972 ‘Il prode Anselmo e il suo scudiero’).

Come la maggior parte dei borghi anche questo conserva un’ atmosfera malinconica; se fosse una fotografia sarebbe una di quelle polaroid un po’ macchiate dal sole, bruciate in alcuni punti e opacizzate dal giallo del tempo che scorre. Forse è per questo che camminare  lungo le stradine silenziose, ti fa dimenticare per qualche istante la vita frenetica e chiassosa dalla quale provieni.

Tengo a bada il cane che, annusando qua e là, mi porta sempre al cospetto di gatti randagi che solitamente o si leccano i genitali o camminano svogliati ancheggiando come modelle anoressiche.

“Eh signorina deve stare attenta col cane…qui ci sono un sacco di gatti cattivelli.”

“Sì grazie signora li ho notati. Senta!”  La fermo prima che rincasi.  “Ma quante scale ci sono nella sua via?”

“Ecchennesò! Io conosco solo le scale di casa mia!”

Chiude la porta e mi lascia lì in piedi da sola con la faccia da ebete, un cane, sette gatti, quarantuno piante e …non so quante scale.

 

 

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