Esattamente come nel 1600, il cambio della guardia è una delle attrazioni turistiche più seguite. Incuriosisce sempre il turista che, in silenzio ed incastrato in righe ben ordinate, attende il momento in cui i soldati si danno il cambio sul posto di guardia. Solitamente si svolge difronte ad altari della Patria ma anche palazzi e residenze di Sovrani o piazze e Cremlini.

Nel diciassettesimo secolo erano veri e propri spettacoli con cavalli adornati a festa e fanfare, il popolo apprezzava parecchio questo tipo di cerimonie organizzate proprio per impressionare ed intrattenere la folla. I sudditi potevano così notare la forza e la ricchezza del loro Re e riempirsi gli occhi di bellezza ed elegante disciplina.

Tutt’ora c’è qualcosa di poetico in alcuni cambi della guardia. Pensiamo a quello di Atene che si svolge in Piazza Syntagma ogni domenica alle ore 11. I costumi ed i movimenti ritmici dei bellissimi militari fanno apparire la cerimonia militare come una danza. Il piede scivola lento sul pavimento per poi staccarsi fulmineo verso il cielo, la gamba tesa in avanti è rigida e immobile, scende lentamente mentre il ginocchio si piega come un argano che ruota ad una velocità impercettibile. Il piede tocca terra con uno schianto e dopo un passo in avanti, eccolo strisciare nuovamente. Spalle dritte, busto eretto e sguardo imperscrutabile. I militari Evzones (il corpo speciale della guardia presidenziale) hanno fascino. Indossano un copricapo rosso dal quale pende un drappo nero che cade sulla spalla destra, un cappotto blu e porpora che arriva sino al ginocchio (in estate indossano invece un abito bianco (‘la fustanella’) vaporoso con maniche lunghe ed una gonna pieghettata e svasata che arriva anch’essa fin sopra il ginocchio ed un gilet nero completamente ricamato a mano con dettagli in oro). Le gambe sono coperte da calze bianche e, proprio dietro le ginocchia hanno pompon neri retti da giarrettiere. Sulla punta delle scarpe, un enorme batuffolo di tessuto anch’esso nero.

Queste scarpe si chiamano ‘tsourachia’ e pare siano molto pesanti (circa tre chili!), vengono realizzate appositamente per ogni soldato della guardia. Non sono stata sufficientemente vicino da poterne osservare la fattura ma, sembrano di pelle e legno con borchie di metallo sotto la suola. Proprio in queste scarpe, durante l’occupazione ottomana, veniva nascosta una lama. Il soldato così, anche se disarmato, avrebbe potuto difendersi sferrando dei calci, un po’ come Colin Firth in Kingsman o come uno degli iconici gadgets di James Bond.

 

È una cerimonia davvero unica cadenzata da una ritmica insolita ed ipnotica. Finalmente la guardia montante raggiunge la postazione sostituendo i militari smontanti che guadagnano l’uscita dalla Piazza. Non ci sono bande ad accompagnare la cerimonia ma, nel silenzio, si possono sentire lo struscio delle suole e lo sbattere del tacco che creano esse stesse la giusta colonna sonora dell’avvicendamento.

In Europa e nel resto del Mondo ci sono ancora parecchie città nelle quali è possibile assistere a cambi della guardia: la più gettonata e conosciuta è ovviamente quella che si svolge dinanzi a Buckingham Palace a Londra ma ci sono anche Roma, Copenaghen, Stoccolma, Mosca e Quebec City.

Ho avuto la fortuna di assistere ad ognuna di esse e, anche in queste circostanze si può vedere come, in fin dei conti, siamo in un mondo che ha più somiglianze che divergenze ma, nonostante si sia portati a pensare che le distanze geografiche non siano più sufficienti a definirci, è sempre bello notare come invece, la stessa cerimonia, abbia comunque tantissimi elementi peculiari che definiscono una Nazione.

Come diceva il buon Antonio Scannagatti (Totò) : “Sono un uomo di mondo: ho fatto tre anni di militare a Cuneo.”

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