Autore: Mauro Corona

Non è un libro di viaggio eppure descrive il mondo meglio di qualsiasi cartina geografica o fotografia satellitare.

Succede all’improvviso, finiscono ovunque nello stesso istante gas, petrolio e qualsiasi altra forma di energia. Non c’è più niente. Serbatoi a secco. Macchinari fermi. Automobili abbandonate. Luci spente e silenzio.

Inevitabilmente la popolazione mondiale viene decimata in quei giorni di inverno gelido che chiude tutte le esistenze in una spietata morsa d’acciaio.

La morte rende tutti uguali: i ricchi sono poveri ed i poveri restano poveri.  I sopravvissuti si danno al cannibalismo e cercano di coalizzarsi per affrontare il gelo. Pensate sia impossibile che si verifichi?

Beh, queste pagine a dire il vero non mi stupiscono affatto, le persone descritte da Corona fanno tutto quello che farebbero realmente se catapultati in una situazione simile, nulla è frutto della fantasia e, parola dopo parola, non si può far altro che dargliene atto.

“…Si salva la gente di montagna e di campagna, ma non tutta. Solo quella di una certa età. Le ultime generazioni con le mani non sanno fare niente. All’infuori di seghe e computer, non le usano. Per muore le mani s’intende fare lavori antichi….di questa cultura salvavita non sa più niente quasi nessuno.”

L’oro diventa merda e la merda diventa oro. Con la merda ci si scalda mentre l’oro ed i gioielli vengono lasciati incustoditi nei caveaux perché non servono a nessuno. Un pensiero quanto mai attuale, nonostante siano passati più di dieci anni dalla prima pubblicazione, questo libro dovrebbe indurre a riflessioni più profonde, sopratutto ora, che il periodo storico richiede maggior attenzione sulla scelta delle cose a cui dare valore.

“…La roba: quel valore eccessivo dato alle cose materiali che impediva di vivere in santa pace. Quel traguardo che rubava tempo libero…”

Da questo testo vengono fuori: tutti gli errori che abbiano commesso e continuiamo incoscienti a fare, la voce di un Dio creatore che si biasima per averci creato, le idiozie perseguite a tutti i costi, i vizi che ci rendono schiavi e le virtù perdute.

Non si salva nessuno, siamo tutti complici dello sfacelo. Ma Corona fa anche sorridere, sopratutto nei passaggi in cui dice la verità, non si può far altro che ridere, amaramente, istericamente, ridere.

“…non tutti i mestieri salvati tornano buoni alla sopravvivenza. Anzi, sono ben pochi quelli utili. Parrucchieri, disegnatori di moda, di auto, critici d’arte, letterati, televisivi, gastronomici, banchieri, consulenti d’affari e molti altri sono desolante inutili…”

Alla fine del libro mi domando: ci consideriamo gli ‘esseri intelligenti’ ma, siamo veramente in grado di gestire il mondo?

É una domanda del tutto retorica.

No. Non lo siamo.

“…Non c’è niente da fare, l’uomo è un cane che si mangia la coda. Gira in cerchio fino a consumarsi. …Finché l’uomo non sparirà dal pianeta, farà di tutto, e ce la metterà tutta, per farsi male e per star male. Poi si estinguerà. Ma sarà per colpa sua. L’uomo sarà l’unico essere vivente ad autoestinguersi per imbecillità.”

 

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