Ferma davanti l’ennesimo semaforo rosso. Sono quasi certa che ci sia qualcuno nascosto in stanze segrete ricavate nei sotterranei delle città, che si diverte a scegliere i colori dei semafori in base ai volti degli automobilisti. Anziano che fa la passeggiata mattutina a quindici allora sempre in prima, verde! Giovane coppia che canta a squarcia gola zigzagando tra le linee tratteggiate della carreggiata, verde! Io che sto ancora elencando i santi con le iniziali C e D per aver passato già quattro semafori rossi, rosso!

E non ditemi che sono paranoica e che non esiste l’omino dei semafori, esiste eccome, e quello che segue me si chiama Oronzo, nome scelto per la sua più che meritata rima.

Comunque, stavo dicendo, sono ferma al semaforo e controllo il navigatore per l’ennesima volta e sì, non mi sbagliavo, la distanza si sta accorciando, ma il tempo di percorrenza sta aumentando. I miei viaggi fuori porta sono gli unici al mondo in cui km e tempo sono inversamente proporzionali.

Raggiungere la libreria è già di per sé un viaggio affascinante, dopo aver percorso un tratto di autostrada mi ritrovo ad attraversare piccoli centri abitati nelle cui piazze principali decine di banchi tendati si affollano uno accanto all’altro. ‘Se vuoi conoscere l’anima di un posto, devi visitare i suoi mercati’ dice sempre mio zio. Non mi fermo, non ho tempo, la libreria è aperta solo il sabato e la domenica di mattina, e di pomeriggio. Proseguo passando in rassegna tutti i bar della periferia di un paese che è già periferia di qualcos’altro. Guido lungo strade alberate semideserte, tornanti stretti e costeggio il fiume Serchio sormontato dal fiero Ponte del Diavolo.

Diciamo che non è proprio dietro l’angolo questa libreria, ma appena scesi i tre scalini in pietra dell’ingresso, la fatica (e la benzina) saranno ampiamente ricompensate.

Parcheggio, pisciatina del cane, annusata ad ogni filo d’erba sul ciglio della strada e all’aria pulita e profumata di fiori che ti colpisce le narici come uno schiaffo. Silenzio.

Una ripida salita mi conduce fino ad una chiesetta. I miei passi e il mio respiro ansimante sono gli unici rumori che si odono. Il vento leggero accarezza gli alberi del bosco e il sole alto in cielo mi scalda la pelle.

Non ci sono insegne luminose o saracinesche da tirar sù al mattino. La ‘libreria sopra la penna’ ha due cancelli in ferro tramite i quali si può accedere ad una magnifica terrazza con vista sulle colline verdi. Lussureggiante, forse è l’aggettivo migliore per questo panorama. Tavolini in ferro battuto, sedie, poltrone, divanetti. Ci si può accomodare dove più ci piace, la formula è questa: entri il libreria, scegli i testi che ti incuriosiscono di più, li porti fuori, ti siedi, ti verrà servito un delizioso tè con un biscotto artigianale fragrante (gratuitamente) e sfogli i libri in serenità. Nessuna fretta, nessun obbligo d’acquisto.

Un luogo dove dedicarsi del tempo con la quiete della natura e la serenità di un luogo accogliente è questo che aveva in mente la poetessa Alba Donati per le migliaia di lettori che vengono ogni anno fin quassù a Lucignana (LU) a trovarla.

Un progetto generoso e ambizioso che ha incontrato non poche difficoltà e sventure, ma che ha portato a grandi risultati.  Oggi la sua storia la si può leggere in un romanzo tradotto in molte lingue.

Entro nella piccola stanza in legno e scelgo dei testi di letteratura di viaggio, mi accomodo al sole e sorseggio il mio buon tè. Uno sguardo alle pagine ed uno sguardo al bosco. Un lettore non può chiedere di meglio. La gentilezza si fa quasi materica in questo piccolo luogo lontano da tutto e restare, anche più a lungo del previsto, fa bene all’animo.

Pare che ci siano grandi progetti in vista, ristrutturare un intero palazzo, di quelli belli antichi in pietra e travi in legno, per ampliare la libreria, aggiungere un bar e qualche camera da letto per chi viene da più lontano e vuole restare a godere della pace di questo luogo. Già molte presentazioni libri e pomeriggi letterari sono stati in programma durante le ultime estati, immagino quanto altro di bello possa offrire questo luogo in futuro.

Un modo per ripopolare un borgo e per rilassare l’istinto frenetico che a tutti noi si attacca addosso.

Se il posto ti affascina, facci un salto! E se vuoi leggere la loro storia: https://amzn.to/3J2Zh0J

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