Per farmi una sorpresa, un’amica mi porta a Como a vedere le “famose” luci di natale.  Devo essere sincera, stando in macchina qualche ora, per colpa di un imbarazzante traffico, con la noia, seduta sul sedile del passeggero, ho pensato bene di dare una sbirciatina su internet e dopo aver guardato un paio di foto…già la cosa mi piaceva parecchio.

Giunte a Como si presenta un atroce dilemma, dove lasciare l’auto?! É domenica e ad occupare tutti i posteggi intorno al centro, ci sono i banchi del mercato, bella mossa! L’inquinamento atmosferico del nord Italia ha subito picchi vertiginosi grazie ai continui girotondi di auto intorno ai parcheggi a più piani. Come avvoltoi che volano intorno alla preda, le vetture viaggiano con una lentezza quasi angosciante in prossimità dell’ingresso del parcheggio. Attendono tutti che scatti la luce verde della scritta ‘libero’. Anche noi facciamo parte di questa giostra maledetta, “forse ora si libera…forse ora si libera….rallenta….rallenta un altro po’…e che cavolo! Dai fai un altro giro che ci riproviamo!”

Dai minuscoli fori delle casse della radio, viene fuori un piccolo John Williams pronto a dedicarci le note della colonna sonora de ‘lo squalo’. Proprio la melodia che fa al caso nostro.

Dopo undici giri dell’isolato e due millimetri di battistrada consumati, riusciamo a scendere dall’abitacolo e a raggiungere a piedi il cuore della città.

Il piccolo centro storico di Como è decorato da luci e proiezioni video. Monumenti e palazzi vestiti di vivaci colori, creano un’atmosfera festosa e particolarmente gioiosa.  Immagino come possa essere tutto questo per gli occhi di un bambino. Sicuramente strabiliante, d’altronde è proprio così che sembra anche a me!

Un video trasmette in una manciata di minuti la storia dell’albero di natale, dai villaggi della Lapponia sino al nostro classico abete con palle e fiocchi. Stelle fluorescenti e lune sorridenti scivolano su tutta la piazza. Pupazzi di neve coi cappelli di lana e piccoli elfi, dai nasi rossi e le barbe bianche lunghe sino ai piedi. Nonostante le vie siano gremite di gente, si riesce a godere di quell’atmosfera natalizia che riscalda il cuore anche nelle giornate più gelide.

In questi mercatini, che in Italia sono per lo più formati da stand di cibo,  (da noi würstel e porchetta battono a mani basse ciabatte e decorazioni natalizie), quello che va per la maggiore sono i bretzel e, i miei preferiti in assoluto, i kurtoskalacs. Si lo so è un nome assurdo da pronunciare ma chi di voi non ha assaggiato questo delizioso dolce ungherese ricoperto di cannella?

Dopo essere rimasta imbambolata per più di venti minuti ho pensato…ma perché diamine non esiste una roba del genere da proiettare in camera da letto? Sai che divertimento addormentarsi con una cascata di regali! OH OH OH!

 

You May Also Like

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *