Autore: Iacopo Corsini
Uno scherzo poetico stampato nel 1887 dalla tipografia Birindelli di Via Borgo San Frediano (Firenze). Mentre scorro le sottili pagine, ritrovo angoli della città che ancora esistono e, man mano che i giorni passano mi domando: ma da dove diamine son partiti questi uomini per impiegare tutto questo tempo per arrivare ad una chiesa costruita a circa un chilometro dal centro?
Il mistero viene svelato all’ultima pagina: “…Ed ecco terminato il gran viaggio, il quale facendosi ancora, come suol dirsi, a piè zoppo, non vi si potrebbe impiegare maggior tempo di un’ora…”
Quindi il Corsini ha ingannato! Certo che riuscire ad allungare un percorso tanto breve è già di per sé un’impresa da maestro, se poi si riesce a farlo facendo divertire il lettore è ancora più rimarchevole.
“…Ma più di bestie, di calessi e fieno, che d’uomini ripieno, E la favella di questa nazione è piena di bestemmie d’invenzione, non bene intese altrove, se non che da’ cavalli quando piove. …”
Ci sono molti passaggi in cui la risata si tiene difficilmente a freno ma questo nel quale si sottolinea la proverbiale creatività del fiorentino nel formulare bestemmie è geniale.
Poche pagine e molte rime, il testo scorre rapido come un fiume in piena e lascia di sé la simpatia di questo gruppo di contadini che nell’aprile del 1755 s’incammina verso la chiesa dedicata alla Madonna della tosse (a tutt’oggi visitabile) passando per osterie e passeggiando su strade gremite di calessi e mendicanti. Una Firenze antica piena di simpatia e tradizioni che ancoraggi rappresentano la quotidianità di questa bella città.








