Autore: Laura Imai Messina
Laura, scrive questo libro quando sono già da quindici anni che abita a Tokyo, riesce quindi a presentarci la città, mostrandocela con gli occhi di una ragazza che l’ha scoperta giorno dopo giorno.
Traspare sin da subito l’affetto dell’autrice per questi luoghi che le diventano familiari, ci descrive tutte le tradizioni che ha abbracciato e ci rende parte del suo quotidiano con storie di vita vissuta. Molto attenta ad ogni cambiamento, può senza dubbio darci la giusta chiave di lettura per ogni nuovo atteggiamento sociale e per quelle trasformazioni che si insinuano (talvolta anche rapidamente) tra le strade di questa metropoli.
Il testo è diviso in dodici parti, proprio come i mesi dell’anno. In ciascun capitolo sono indicate le atmosfere che si respirano a seconda della stagione, le feste nazionali o di quartiere, le ricorrenze, i luoghi da visitare, le attività da fare ed i cibi da poter assaporare. Ma attenzione (!), questa non è una guida, lo definirei piuttosto un diario di viaggio molto personale, nel quale Laura appunta i suoi ricordi, indica come spende le sue giornate ed annota le dinamiche che smuovono e regolano la vita in Giappone.
L’autrice descrive la sua passione per questa enorme città come un’innamoramento in più fasi. Appena arrivata, poco più che ventenne, tutto le appariva comprensibilmente curioso, insolito, intrigante. Poi questa diversità affascinante, col tempo, diviene normalità, la quotidianità si plasma sulle mille sfaccettature di una frenetica Tokyo e un luogo prima sconosciuto diventa casa.
“…bisogna viverle le cose, anche quando non le sai ancora raccontare…”
Tra le pagine di questo libro scopro: quali sono le 5 feste più importanti del Giappone; che i giapponesi vanno matti per gli insetti (come forma di vita animale non come snack); che i santuari di quartiere sono quelli ai quali si rivolgono tutti i residenti e che i grandi templi presi d’assalto dal turismo sono più che altro luoghi di culto per specifiche occasioni. Scopro anche che luglio è il mese della letteratura e che il primo sogno dell’anno è quello che deciderà la sorte dei giorni a venire. Per avere molta fortuna ci sono tre cose che scalano la classifica della provvidenza: le melanzane, il monte Fuji e i falchi. Ma attenzione! Funziona solo se li si sogna nei primi due giorni dell’anno.
Tra una crêpes al macha ed una ai fagioli azuki, tra un festival e una passeggiata nel quartiere dello shopping, l’autrice ci accompagna in questo viaggio del tutto particolare della città che l’ha adottata, raccontandoci i cambiamenti che le mode, il turismo di massa e le influenze occidentali hanno portato tra queste strade. Come ogni metropoli capita che interi quartieri finiscano per perdere la loro identità ma, qui le persone sembrano non dimenticare affatto chi sono ed ogni angolo di questa metropoli sembra conservare il suo fascino speciale.
Sicuramente non è il primo testo che consiglierei a chi deve andare per la prima volta in Giappone, direi piuttosto che è una lettura d’approfondimento, se già si mastica un po’ di cultura nipponica e se si è appassionati della città.
Ho trovato spunti meravigliosi per un futuro viaggio, e ho apprezzato il calore che traspare dalle descrizioni e dai racconti della sua vita privata. Si percepisce l’affetto per tutto ciò che riguarda questa città ed i suoi abitanti.
“…bisogna avere cura. Di tutto. Anche del divino che risiede dentro e intorno a noi.”
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