Autore: Patrick Dennis

É il 1954 quando il figlio di Patrick e Pegeen, di appena sette anni, viene portato in viaggio dalla Zia Mame. Partono per l’India a bordo di un aereo della Pan American con la promessa di tornare da lì a tre mesi.

Dopo tre anni i genitori non ne hanno ancora notizia.

“…Zia Mame diceva sempre che in dieci minuti nel suo salotto potevo imparare di più che in dieci anni di scuola…”

Inizia così questo romanzo che, a dire il vero, si rivela completamente diverso da quanto mi aspettassi. Il titolo e le recensioni, assai forvianti, lo presentavano come un’avventura in giro per il mondo, un viaggio incredibile tra i Continenti. Quello che invece ho appena terminato è un resoconto di facile lettura, senza alcuna descrizione paesaggistica né culturale dei luoghi toccati da questo lungo peregrinare. Però…è davvero divertente!

Il racconto non ha per protagonista il piccolo bambino scomparso, bensì, è il ricordo del viaggio intrapreso con la zia da Patrick, il padre, negli anni Trenta, quando anche lui era poco più che un ragazzino. Un lungo itinerario lo ha portato dalla Francia all’Austria, passando poi per Inghilterra, Spagna, Russia, Georgia, sino in Medio Oriente e in Cina…il tutto in compagnia di una Rolls-Royce e del maggiordomo giapponese Ito (personaggio, ahimè senza battute, tra i più simpatici).

Dormono nei migliori alberghi, vestono elegantemente, conoscono le persone più importanti in ogni parte del mondo e, inevitabilmente, finiscono per mettersi nei guai. Zia Mame infatti è una donna intelligente, estrosa, piena di curiosità ed entusiasmo ma anche un ingenua sognatrice a caccia d’amore, ciò la porterà ad intraprendere decine di relazioni con uomini che non vogliono far altro che fregarla. La sua ricchezza non è solo economica, ella ha un animo dolce e paziente e, la facilità con la quale riesce a togliersi dai guai, è davvero esilarante.

“…I ragazzi stanno andando a una fiera di cavalli e non mi hanno voluto portare. E io sono qui con questo tailleur di tweed divino, e…andiamocene in paese a far colazione. …Partimmo mezz’ora dopo, con Zia Mame che pareva la figlia illegittima di Guglielmo Tell e Heidi…”

Un romanzo simpatico che descrive i salotti dell’aristocrazia al tempo del nazismo. Quando ancora la guerra non è scoppiata e il turismo è ben accetto in tutti gli Stati del mondo. Seppur in maniera trasversale, si ha un resoconto di quello che era la bella vita dei ricchi negli anni Trenta, i loro vizi e i loro passatempi. Da Venezia a Parigi, da Vienna a Mosca sino a Singapore. Una lettura leggera e piacevole in compagnia di una donna davvero particolare che riesce a fartrasformarsi ogni volta che arriva in una città straniera.

“Zia Mame divenne più egiziana degli egiziani fino al punto di impiastrarsi gli occhi con una tonnellata di kajal. Comperò un bel po’ di gioielli esotici, tra i quali il più esotico era un grosso bracciale d’oro che si spinse al di sopra del gomito, dove rimase per qualche anno finché non se lo fece aprire con un seghetto da Tiffany…”

 

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