Forse una tra le parole più usate quotidianamente.

Che sia utilizzata per gioco, come intercalare o con serietà ed arroganza, il vaffanculo, è ahimè sempre in agguato. Viene sfoderato come una sciabola ben affilata, si storpia, si contrae, erutta dalle bocce incazzate come lava incandescente, viene sussurrato a denti stretti e accompagna le giornate come un mantra interiore da ripetere sino alla noia.

Marco Masini nel 1993 lo ha utilizzato come titolo di una canzone e, ancor prima di lui, (era il 1981) Francesco Migliacci gli dedicò un intero brano divenuto un gran successo del piccolo schermo grazie all’inconfondibile voce di Alberto Sordi.

Te c’hanno mai mandato a quer paese?

Sapessi quanto gente che ce sta’…

er Primo Cittadino e’ amico mio

tu dije che te c’ho mannato io…

… e va….. va avanti tu che adesso c’ho da fa’…

E come dimenticare la scena di Aldo Giovanni e Giacomo in Tre Uomini e una Gamba, nella quale Aldo, impegnato in una conversazione telefonica con il suocero, grida scandendo le singole lettere: ” v. a. f .f. ‘nculooo!”

Non so quando la parola sia stata fisicamente inserita nel vocabolario italiano ma, dal momento che ne fa ufficialmente parte, un po’ della sua intensità e volgarità è stata persa. É ciò che accade a tutte le cose proibite o ribelli, se diventano tollerate o vien dato loro uno spazio ufficiale,  scema inevitabilmente la loro potenza sovversiva. Secondo l’enciclopedia Treccani il significato del ‘vaffanculo’ si traduce così:

– (anche ‘va fa ’n culo!’) esclam. [dalla locuz. ellittica, region., va’ a fare in culo], volg. – Espressione offensiva rivolta a chi dà fastidio, annoia, o comunque non si sopporta, perché smetta e se ne vada. O anche manifestazione di forte dispetto e contrarietà. È a volte usata, per attenuarne la volgarità, la forma accorciata vaff! o vaffa! o fanculo. –

Da buoni italiani la parola in questione può essere anche sintetizzata con una più semplice gestualità: il dito medio alzato. Se invece si intende rafforzare l’intensità del suo significato, parola e gesto possono supportarsi a vicenda in un tripudio di nervosismo. Ma l’alzata del dito medio l’ abbiamo inventata noi?

Dobbiamo fare un bel salto all’indietro sino alla guerra dei cent’anni, un conflitto che si articolò a cavallo tra il 1300 e il 1400 e che vide come antagonisti il Regno d’Inghilterra ed il Regno di Francia. In breve: gli inglesi avevano un esercito di arcieri eccezionali, riuscivano a colpire a distanze molto lunghe e avevano potenza e mira stupefacenti. Erano perciò tra i più temuti a livello strategico e la Francia dovette escogitare un piano per affrontare un così ben organizzato esercito.

Tra tante opzioni cosa venne in mente al consiglio di guerra? Che venissero amputati i diti medi a tutti gli carceri fatti prigionieri, così da impedir loro definitivamente l’utilizzo dell’arma. Senza il medio infatti, non avrebbero più potuto mandare in tensione l’arco e scoccare le frecce. Una tortura a dir poco crudele ma decisamente efficace come soluzione strategica, ed è proprio in seguito a questa ferocia, che si alzarono i primi medi della storia.

Ogni volta che s’incontravano sul campo di battaglia, gli arcieri inglesi che non erano mai caduti prigionieri dei nemici, mostravano all’avversario il loro dito per sottolineare tutta la loro pericolosità e potenza. A dire il vero pare che le dita mostrate fossero due e che anche l’indice venisse issato accanto al medio a formare una V. Ancora oggi, nei paesi anglosassoni, il segno V ha doppia valenza: se il dorso della mano è rivolto all’esterno è un segno offensivo, se invece è il palmo ad essere mostrato, allora si tratta del segno di vittoria utilizzato per la prima volta da Winston Churchill.

Praticamente, senza saperlo, sono anni che ogni volta che mando affanculo qualcuno, invece di indicargli la strada per andare quel paese gli sto dicendo: “guarda che ho ancora il dito medio e ti posso trafiggere quando voglio!”

Ci sarebbe ancora molto da dire sul ‘vaffanculo’ ma mi sono improvvisamente resa conto che, con tutti gli improperi che uno può riservare alle persone, l’invitarle a farsi un giro altrove non è poi così deplorevole. In fondo si sta semplicemente suggerendo di cambiare aria, di togliersi dai tre passi, di farsi un giro…non è uno degli auguri più belli che si possano fare?!

 

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