Ciao Silvia ben trovata. Giro d’Italia in 70 picnic è una vera e propria raccolta di luoghi sparsi nelle varie regioni della nostra penisola dove poter fermarsi a mangiare godendo della magia della natura. Non ci sono solo prati e campi in fiore, gli autori dei consigli ci raccontano anche di ville comunali, laghi e spiagge ma, dimmi, chi c’è dietro queste storie?

Il libro racchiude i racconti di ben 55 persone tra cui: blogger, giornalisti, scrittori, guide turistiche, ma anche persone che di mestiere non scrivono e non si occupano di viaggi, ma hanno avuto il piacere di condividere il loro luogo per picnic del cuore.

Il tema centrale è il picnic, cioè la colazione all’aperto, solitamente fatta durante una scampagnata. La parola inglese è stata goffamente tradotta dal francese piquenique che tradotto suonerebbe come ‘spilluzzicare’, rubare qualcosa di piccolo. Ed ecco che è subito moda, sedersi su un prato e condividere del cibo è il modo migliore per accogliere la bella stagione e godere degli spazi all’aperto. Per te Silvia cosa rappresenta il picnic?

Per me è soprattutto un’occasione di stare insieme in libertà, all’aria aperta. É anche convivialità, essere in un bel posto e mangiare cose buone.

Come ti è venuto in mente di curare una guida ai luoghi perfetti per i picnic?

Cosa facciamo noi italiani quando ci troviamo? Mangiamo o beviamo. E cosa avremmo potuto fare per stare insieme agli amici subito dopo il lockdown? Un picnic. Semplice!

C’è un paese (più di altri) nel quale il picnic viene fatto più spesso?

Qui in Italia c’è una forte tradizione di picnic, specialmente al sud, dove viene fatto con tutta la famiglia più che con gli amici.

Mangiare all’aperto non prevede sempre una coperta. Mi vengono in mente gli undici operai seduti su una trave di acciaio a centinaia di metri da terra. il fotografo Ebbets nel 1932 rese celebre qui lavoratori di New York che riuscivano a mangiare e sorridere stando seduti nel vuoto. Non so se mai sarei in grado di mangiare sospesa su di una putrella ma credo possa essere considerato un picnic a tutti gli effetti. Perciò non occorre per forza una pezzo di stoffa a scacchi per dichiararlo tale?

No che non serve una coperta. Ci sono ad esempio i tavoli con panche (chiamati proprio ‘da picnic’) ad esempio e, durante una presentazione del libro, sono stata informata che i tavoli pieghevoli sono tornati in gran voga. 

Il bello di mangiare all’aperto sono le infinite possibilità di distrazione e passatempo che ti vengono offerte. Dall’esplorare un luogo nuovo, al fare una partita di pallone; dal leggere sdraiati, al pisolino all’ombra di un albero, al giocare a carte o ad un gioco di società. A me piace stare distesa a guardare le nuvole che scorrono sopra di me e invece la tua attività prediletta qual’è?

Beh Daniela, se sono in  compagnia di amici sicuramente la chiacchierata è sempre al primo posto. Se invece siamo solo noi quattro, io mi godo il marito e le due creature scorrazzano libere. 

Pronta per una raffica di domande?

Vai!

Paniere in vimini o zaino ultima generazione?

Dipende quanta strada c’è da fare.

Musica si o musica no?

Magari in sottofondo.

Pranzo, merenda o aperitivo/cena?

Per me va bene sempre!

Cuscini si o cuscini no?

Se qualcuno soffre di mal di schiena possono essere utili. 

Coperta patchwork o a scacchi?

Per me, scacchi. Ma io amo anche sedermi direttamente sull’erba, eh!

La cosa che non bisogna mai scordar di portare ad un picnic?

La voglia di stare insieme e condividere quel che si ha con i nostri compagni di avventura.

I motivi per cui picnic è meglio di mangiare al ristorante o in un fastfood o a casa….

Stare in libertà l’ho già detto? Stare in libertà!

Silvia ti lascio prendere fiato prima di un’ultima domanda: che cos’è il Viaggio per te?

La mia vita.

 

 

 

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