Autore: Jostein Gaarder
Da qualche parte in casa devo avere due esemplari del libro Il mondo di Sofia. La prima copia l’acquistai con entusiasmo in un negozio di libri usati vicino ai navigli a Milano, era un testo che avevo sempre voluto avere ma non veniva più ristampato. La seconda copia invece, la comprai in un libraio di seconda mano a Firenze, (perché non riuscivo più a trovare la copia milanese che per giunta, non avevo mai aperto). Entrambe i libri sono a tutt’oggi non pervenuti, seppelliti sotto qualche pila di romanzi e ahimè, mai stati sfogliati e sapete cosa c’è di divertente in tutta questa storia? Che non credo che mai li sfoglierò, almeno non nel prossimo futuro, diciamo che l’autore mi ha convinto poco con questo suo romanzo e prima di affrontare un’altra sua fatica letteraria, meglio se faccio passare un po’ di tempo. 🙂
Il viaggio di Elisabet è un racconto strano (sì ecco diciamo ‘strano’), perfetto per il mese di dicembre poiché strutturato esattamente come un calendario dell’avvento. I capitoli sono 25, uno per ogni giorno del mese sino, ovviamente, alla nascita di Gesù. Verrebbe quasi da suggerire agli amanti della tradizione natalizia, di leggere un capitolo al giorno, proprio come fanno i personaggi di questa avventura. É già, perché è una storia nella storia, il racconto infatti viene letto e vissuto nel contempo.
Si tratta di un viaggio spazio-temporale, a dire il vero anche ben strutturato, che ripercorre i secoli a ritroso sino all’anno zero. Dalla Norvegia sino in Terra Santa a piedi. Descritto così sembra quasi interessante ma leggerlo, risulta a tratti noioso. Ogni giorno infatti si aggiungerà un personaggio diverso alla combriccola di pellegrini: prima le pecore, poi i pastori, gli angeli, i Re Magi, ecc… e l’autore pensa bene di rifare l’elenco ogni volta, non sia mai qualcuno venga perso per strada!
Vi ricordate la canzone la fiera dell’Est di Angelo Branduardi?
“…E venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l’acqua
Che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane Che morse il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò…”Ecco, mi sembrava di leggere la versione religiosa della canzone! Ogni capitolo infatti inizia con l’ennesimo riepilogo aggiornato dei nuovi personaggi aggregatisi alla comitiva e diretti a Betlemme. Una ripetizione ridondante e totalmente inutile che rende ancora più strano e lento il racconto.
Alla fine della fiera (è il caso di dirlo) non c’ho capito un granché. Non sono riuscita a trovare il senso di questo viaggio, mi aspettavo un finale a sorpresa, che ne so, che sbagliassero stalla o che Maria avesse un parto gemellare, insomma un colpo di scena ad effetto e invece…boh…meglio se non spoilero.
“…Più doniamo, più diventiamo ricchi. E più teniamo per noi, più saremo poveri. É questo il mistero della generosità , né più né meno. Ma è anche il mistero della povertà.”
L’unica nota di pregio è l’assoluta esattezza dei dati forniti dall’autore infatti, qualsiasi spostamento o personaggio o avvenimento storico citati, sono realmente accaduti. Tra tanti illustri personaggi troviamo anche Babbo Natale, (San Nicola) già Vescovo di Myra (città turca), famoso poiché aiutava nottetempo le persone in difficoltà lasciando dei sacchetti di monete all’interno delle loro abitazioni.
In conclusione…mi è piaciuto questo libro? Insomma, mica tanto, diciamo che non è molto nelle mie corde ma, lo consiglio agli amanti dei calendari dell’avvento, alle persone che fanno ancora il presepe e a quelle che amano le storie religiose raccontate in modo gentile.
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