Autore: Jordi Sierra i Fabra
Nel 1923 a Berlino, mentre stava seduto su una panchina del parco Steglitz, Franz Kafka nota una bambina che piange disperata. Per consolare la piccola che ha appena perso la sua bambola, lo scrittore inventerà una storia incredibile. Nel 1924 Kafka, affetto da tubercolosi, morirà e, nonostante le estenuanti ricerche, la ragazzina non venne più ritrovata e con lei sparirono anche le lettere che lo scrittore le aveva lasciato.
“…I poeti erigono castelli in aria, i pazzi li abitano, e qualcuno, nella vita reale, riscuote l’affitto. ..”
Jordi, ispirato da questa incredibile storia, si cala nei panni di Kafka e regala al lettore una breve storia piena di emozioni e dolcezza al cui centro si trova una bambola di nome Brigida. Sarà lei la protagonista di viaggi folli, attraverserà le più belle città d’Europa per poi finire in Cina e in America, di seguito in India e Africa.
In questo libro però il viaggio non è una questione di fisicità, di spostamento, direi che viene descritto più come la speranza per il futuro; viaggiare rappresenta il cambiamento, il poter creare nuove emozioni e lasciarsi trascinare da esse perché “…vivere significa andare sempre avanti, approfittare di ogni minuto, di ogni occasione e di ogni necessità.”
Un bel libro che narra l’ incontro tra il mondo dei bambini e l’età adulta descritto, a parer mio, in maniera intelligente e delicata che ricorda ad ognuno di noi che “…il futuro non è un problema da risolvere, ma un mistero da scoprire.”








