Autore: Venedikt Erofeev

“Io fin dall’inizio ho detto che con la rivoluzione si ottiene qualcosa se la si compie nei cuori, non nelle piazze…”

Chi ha tradotto questo libro deve essersi divertito parecchio. Tra parolacce ed elucubrazioni mentali di un certo livello, questo testo è decisamente intelligente e molto divertente.

Il racconto ha per protagonista Venička, un uomo con una spiccata dipendenza da alcool. Dopo essersi svegliato nell’androne di un palazzo sconosciuto, passeggia per le strade di Mosca sino a raggiungere la stazione di Kursk. Il viaggio in treno verso la città di Petuškì, che dista appena 135 km, è scandito dalle fermate, dagli incontri con i passeggeri ‘alticci’ come lui, e da continue riflessioni e pensieri sulle virtù, la politica e l’alcool.

Avrei voluto viaggiare accanto a lui, discorrere del senso della vita, bere qualche bicchierino e filosofeggiare. Venička ha proprio il piglio del saggio burbero, con vocabolario volgare, irriverente esilarante e, giusto. La lettura è estremamente scorrevole, di tanto in tanto, in sottofondo allo scorrere del treno sui binari, il nostro protagonista si mette ad elencare le virtù del bere molto. Stila degli ‘schemi di bevuta’, appuntando orari giusti e quantità, tipologia di alcool da prediligere, come e se poterle mischiare, cosa mangiare per non star male e il modo più corretto per bere. Le risate sono perciò assicurate ma, non mancheranno gli spunti di riflessione, profondi e acuti, sulla società e tutti i suoi più sordidi aspetti.

“…non intraprenderò più niente per non ripetere il mio triste tentativo di far carriera. Resterò in basso, e dal basso sputerò sulla vostra scala sociale. Sì. Per ogni gradino della scala, uno sputo. Per salire per quella scala, bisogna essere una faccia da culo senza paura e senza vergogna, bisogna essere dei pederasti forgiati in acciaio schietto dalla testa ai piedi. E io no sono così…”

Molto più lucido degli astemi, il vecchio ubriaco Venička è uno di quei personaggi narrativi che non si possono dimenticare e al quale è facile affezionarsi. Tra queste pagine sono così tante le riflessioni introspettive, che si potrebbe dire di essere dinnanzi ad un doppio viaggio, quello in treno e quello esistenziale che porta a riflettere sulla realtà dell’uomo e del mondo.

“La vita comunque capovolgerà tutte le vostre teorie sentimentali…”

 

 

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