Autore: Duccio Canestrini
Antropologo e scrittore, Canestrini ci descrive il tema del viaggio e dei suoi protagonisti, proprio come farebbe un docente, argomentando ogni aspetto che li caratterizza e riuscendo a coinvolgere il lettore anche durante lunghe esposizioni concettuali.
L’etica del turismo, argomento largamente conosciuto ma probabilmente non del tutto digerito dai più, è una materia assai intricata; sono centinaia i progetti ad essa legati, altrettante le associazioni di vario stampo che ne portano alta la bandiera e molte le persone che se ne riempiono la bocca. Ma cos’è davvero questa ‘etica’? Salvaguardia di culture e luoghi? La tutela dell’ambiente prima di ogni cosa? Duccio ci insegna a vedere oltre il significato di un concetto sviscerandone l’essenza e delineando la nozione di turismo in primis.
“‘Solo agli erranti’, recita un proverbio inglese, ‘giunge sempre nuovo lo shock della bellezza’”.
Il turismo risalirebbe addirittura alla preistoria; piccole e grandi comunità si sono sempre spostate dalle loro terre di origine per i più disparati motivi, primi tra tutti: sopravvivenza, ricerca del bello e, ahimè, imbroglio sottomissione e prepotenza. Il nomadismo parrebbe quindi far parte del nostro dna ma, quando il peregrinare crea disastri ambientali e culturali, è ancora corretto affibbiargli un’accezione positiva?
“L’ospite è una persona del tutto ‘fuori luogo’, che occorre in qualche modo collocare all’interno della comunità, seppure in maniera provvisoria.”
Se il turista ha scarse qualità, il viaggiatore ha virtù da vendere. Uno dei tormentoni odierni più gettonati, un discorso che mette (erroneamente) su due piani diversi lo stesso tipo di persone. In un periodo storico dove tutto si uniforma, dove tutto viene prodotto in serie nello stesso luogo e poi smistato in un’infinità di luoghi diversi e, dove ogni luogo assomiglia sempre di più all’altro, sia il turista che il viaggiatore sono protagonisti (più o meno consapevoli) di un meccanismo che appare come una giostra dalla quale si è in grado di vedere l’intero mondo stando comodamente seduti su un cavallo dorato.
Tutto è più facile e tutto è più finto. L’apoteosi della standardizzazione. Il nulla prende forma per allietare masse di persone. Canestrini la definisce ‘tattica militare’: per gestire grandi numeri occorre eliminare i bisogni particolari ed instillarne di comuni, così da uniformare le esigenze e i desideri creando uno schema ben preciso che prevede orari, gerarchie e spazi ben definiti.
“…non importa dove, basta andare…”
La conclusione di questo interessante testo è che il turismo minaccia le risorse ambientali, ha un impatto sociale che determina la perdita di valori ed il mondo sembra diventare sempre più piccolo. Sono esaurite da tempo le terre inesplorate, e stanno per scomparire anche quei luoghi che fino ad ora erano riusciti a non perire dentro al grande abbraccio della globalizzazione ma che, purtroppo prima o dopo, verranno risucchiati da essa. É un danno irreversibile e mai titolo poteva essere più azzeccato per definire quanto le nostre attività, seppure frivole ed ingenue, abbiano conseguenze spaventose.
“…Travellers destroy what they seek, I viaggiatori distruggono ciò che cercano…”
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