Autore: Mattia Bidoli – alias Flip
In terza di copertina: Mattia Bidoli, in arte Flip, è un prestigiatore professionista, campione del mondo di Street Magic nel 2015. Da quattordici anni porta la sua magia in giro per ospedali, orfanotrofi, campi profughi, carceri, zone di guerra, come inviato di associazioni non governative.
Questo non è un libro, è un’esperienza di vita.
Mattia ha coraggio da vendere ed una sensibilità che sembrava non appartenere più a questo mondo. Fortunatamente sono proprio le persone come lui che rendono ancora possibili i piccoli miracoli su questo Pianeta.
Magamondo è la sua storia e ce la raccontata con passione e umiltà; da una parte c’è Flip che durante l’anno disfa e riempie di nuovo la valigia con giochi, magie e l’inseparabile naso rosso, si mette la macchina fotografica al collo e sale su un aereo; dall’altra ci sono tutti quei posti del cazzo nei quali nessuno si avventurerebbe mai, nemmeno con l’immaginazione. É proprio lì che c’è più bisogno di lui, in quei pericolosi teatri di guerra, negli orfanotrofi grigi, nei tristi e affollati campi profughi.
Nonostante possa, a mio modesto giudizio, permettersi di fare della denuncia sociale, l’autore usa l’inchiostro per descrivere quanto bella sia la vita, quanto le differenze di ogni natura siano semplicemente una ricchezza e non un ostacolo e, ci mostra il suo approccio ai problemi che, a seconda dell’area geografica, possono apparirci con un valore ed una gravità totalmente distorti.
Come insegna la clownterapia, è proprio attraverso la comicità che si cerca di affievolire il dolore o la tristezza di un ‘paziente’, ma Flip, non considera così i suoi spettatori, per lui tutte le persone che incontra sono più che altro degli amici che probabilmente, nella loro ingenuità e purezza d’animo, hanno molto più da insegnare di tanti altri.
Ad un certo punto scrive: “…ci sono posti dai quali non si torna mia davvero, e quando si torna lo si fa con il cuore di un’altra forma…”, questo libro intende abbattere quella paura che ci portiamo dentro, la paura del diverso, delle ingiustizie, dell’ignoranza, ci mostra tutto senza filtri né giudizi, accompagnandoci in ambienti che probabilmente mai nessuno di noi frequenterà. Come dice lui è proprio la paura il sentimento che “…può impedire di fare un sacco di cose, ti può far fallire ancora prima di cominciare…”.
E tra le risate, le belle parole e le immagini toccanti descritte, un po’ di apprensione la si ha mentre si leggono le righe dedicate al suo tentato rapimento. A Beirut pensavano fosse veramente un mago, uno di quelli che ha relazione diretta con il divino e che per questo fosse molto famoso e importante in patria, una percezione del tutto anomala a causa della quale avevano organizzato il suo rapimento.
Ecco cosa rischia il giovane Mattia oltre ad altre decine di difficoltà. Come lui ci sono altri di ragazzi e ragazze che cercano di cambiare il mondo rendendolo un luogo migliore. A loro va il mio plauso e il mio affetto perché danno tanto senza chiedere mai nulla in cambio.
Che poi se non leggi non ci credi ma il mondo, con l’amore sincero, può ancora cambiare.