Esistono gli unicorni?
Bella domanda. Ovviamente no, altrimenti ci sarebbero allevamenti in giro per il mondo ed io, invece di stare qui davanti ad un computer, sarei impegnata a districare i nodi di qualche fluente criniera con una spazzola rosa coi brillantini.
Però esistevano! Eccome se esistevano! Ne abbiamo le prove e nessuno può convincermi del contrario. Signori della corte ecco le opere raccolte a supporto della tesi:

Questa, ad esempio, è una statua che decora una delle cappelle alla sinistra dell’altare nella chiesa di Santa Croce a Firenze.
Non è l’unica opera, in giro per il mondo ci sono altre statue simili a questa ed esistono anche dipinti, affreschi, bassorilievi, decorazioni in ceramica, stemmi araldici, arazzi e disegni. Ed è proprio un disegno ciò che ha ispirato il genio di vari artisti… si tratta di un’opera del 1470 conservata ad Oxford nel Ashmolean Museum e realizzata da nientepopodimeno che: Leonardo Da Vinci.
Raffaello invece, nei primissimi anni del 1500, dipinse la bellissima ‘Dama con Liocorno’ che possiamo ammirare tra le sale della Galleria Borghese a Roma.
Il Domenichino nel 1604 affresca una parete della Galleria dei Carracci di Palazzo Farnese a Roma ritraendo una dolce fanciulla e il suo unicorno bianco. L’opera è tra le più conosciute e s’intitola ‘Vergine con Unicorno’.
Risalente alla prima metà del 1200 è il bassorilievo che si trova nel museo della Cattedrale di Ferrara, nel quale l’unicorno (stranamente) non è affiancato ad una fanciulla. Questa coppia di soggetti invece, era la preferita del pittore Gustave Moreau, le cui opere sono visibili nel museo nazionale a lui dedicato a Parigi.
Che venga chiamato unicorno, liocorno o alicorno, il bel cavallo dai forti muscoli e la criniera curata, viene (come abbiamo visto) quasi sempre affiancato ad una giovane donna che, il più delle volte, ne accarezza la testa mentre l’animale sembra dormirle in grembo.
Ma perché queste due figure vengono ritratte insieme? La scelta dei soggetti è semplice da spiegare: da sempre l’unicorno viene descritto come un animale dal temperamento selvatico e feroce (anche Da Vinci descrive l’indole irrefrenabile e focosa del quadrupede).
C’è una storia che viene tramandata di secolo in secolo e raccontata dagli scrittori più illustri e ci descrive più o meno questa scena:
“Oh Franco che dici, ti va di andare nel bosco a caccia di unicorni?”
“Oh Gianni un’ tullo sai che gliè difficile catturare quelle bestie?”
“Non ti preoccupare, con noi viene la Paolina.”
“O chill’è?”
“La figliola dell’arrotino.”
“Ma se l’è magra rifinita e alta un soldo di cacio? L’avrà più o meno sedici anni, un sarebbe in grado nemmeno di reggere il peso di una cartuccia figuriamoci un fucile!”
“Un’ tunn’hai capito un accidente! La si usa come esca. Vienvia Gianni un tullo sai che gli unicorni c’hanno un temperamento focoso? Appena sente che nì bosco c’è una giovane figliola, vedrai che verrà aì galoppo di sicuro!”
“Oioi! E poi come si fa a pigliarlo? Un tuvvorrai mica sparare con la figliola vicino?”
“Sta’ tranquillo t’ho detto. L’unicorno appena vede la Paolina s’avvicinerà e si addormenterà.”
“Ma che sei sicuro?”
“Fidati t’ho detto.”
Ed è proprio questa la scena rappresentata dagli artisti. La giovane vergine, come per magia, sarebbe riuscita a frenare gli istinti più irrequieti dell’animale.
Puro simbolismo, infatti, le giovani donne venivano ritratte accanto ad un unicorno proprio per dar prova e sfoggio della loro castità, dimostrando così che persino un unicorno potesse reprimere i propri istinti fisici e non indurla in tentazioni carnali.
Tralasciando l’arte e questi straordinari capolavori, mi preme ricordare che c’è un altra prova che avvalora la tesi dell’antica esistenza di queste fantastiche creature e per questa dobbiamo spostarci in Kazakistan, precisamente nella regione Pavlodar dove, nel 2016, sono stati rinvenuti dei resti attribuiti ad un animale che assomiglia ad un rinoceronte, ma per dimensioni è più simile ad un mammut, e possiede un lungo corno sulla fronte (non ritrovato): si tratta del Elasmotherium, l’unicorno che viveva durante il Miocene quindi ben circa 23 milioni di anni fa.
(Per i più curiosi i suoi resti sono in mostra al museo di Storia Naturale di Londra.)
Certo che non sarà bello come quello che coloriamo nei quaderni da disegno ma… è comunque un fottuto unicorno! Perciò signori della corte penso che a questo punto non si possa sostenere più il contrario. Gli Unicorni hanno camminato, anzi galoppato, su questa Terra.
Fine dell’arringa.
L’unicorno resta comunque l’animale della fantasia di tutti i bambini, quello che riesce a volare, che ha una lunga coda colorata e che ti accompagna in ogni assurda avventura. Senza dubbio è, tra tutti gli animali estinti, il più famoso al mondo e di lui sono certa, non ci stancheremo mai di parlare.