Autore : Hape Kerkeling
“…di tanto in tanto si trova il Paradiso anche in Terra.”
Ha senso leggere un libro sul Cammino di Santiago de Compostela se non hai intenzione di fare il Cammino di Santiago de Compostela?
Direi di sì, se è simpatico come quello scritto da Hape. Kerkeling, comico e presentatore tv, il 9 giugno del 2001 parte per questa avventura senza sapere quasi nulla di quello che incontrerà, con uno zaino nuovo di pacca, un paio di scarponcini acquistati in Canada, una camicia di jeans, un cappello sulla testa ed un bastone del pellegrino appositamente acquistato per l’occasione (seppur non con troppa convinzione) e, da Saint-Jean-Pied-de-Port arriverà in poco meno di due mesi alla meta: Santiago de Compostela.
Il libro è il suo diario giornaliero e al suo interno c’è tutto ciò che possa passare per la mente ad un uomo che da solo, senza alcuna esperienza pregressa, si incammina su un sentiero sconosciuto percorrendo dai 15 ai 30 km quotidianamente. Difficoltà fisica, errori di percorso, voglia di solitudine e bisogno di compagnia. Tra la sete, la fame, il sole caldo che annebbia i pensieri e le riflessioni esistenziali, sembra quasi di camminare accanto a lui e di sentirne lo stesso disagio.
“…Quanto più si cammina, tanto meno si ha voglia di chiacchiere superficiali sul tempo o su banalità simili; ho anche imparato a percepire al volo chi mi va a genio e chi no…”
Chi siamo? Chi è Dio, ammesso che esista. Il dolore è la chiave della felicità? Si possono lavare i vestiti con un budino alla vaniglia? Sono tante le domande che non avranno risposta in questo libro, ma sono anche parecchie le risposte che forse qualcuno riuscirà a trovare. Come tutti i diari di viaggio, l’autore lascia in regalo tra le pagine molta vita personale, la carriera, i sogni, le ansie ed i difetti che, come ognuno di noi, cerca di rifuggire e che però sono difficili da modellare.
“Non sono gli altri ad eliminarci, ma il nostro maledetto comportamento…”
La cosa che ammiro di più di questa impresa, è il fatto che sia riuscito a camminare in mezzo alla natura senza pensare. (almeno è quanto afferma lui a metà percorso) Dimenticare di usare il cervello e smettere di elaborare le miriade di informazioni e congetture che la mente riesce a proporci ogni fottuto secondo, credo che possa essere tra le cose più soddisfacenti che si possano provare nella vita, al pari di un soufflé al cioccolato fondente o della cacca a fine giornata. (certo che potrei evitare di associare il cacao alla pupù, ma non lo farò). Non so proprio come ci sia riuscito, probabilmente è la costanza e la continua assenza di stimoli esterni a permettere un così invidiabile silenzio cerebrale.
Le amicizie che stringe sono quelle che rimangono nel cuore tutta la vita e le persone che incontra strada facendo hanno delle storie talvolta bizzarre. Hape non scrive certo una guida di viaggio, ma è molto puntuale nel descrivere villaggi e tappe e nel fare raccomandazioni pratiche che potrebbero rivelarsi davvero utili ai futuri pellegrini.
Proprio come nella vita, il segreto di questo libro sta nel trattare con leggerezza temi che possono rivelarsi profondi, l’autore dimostra che non è il viaggio a metterti alla prova, ma il modo in cui lo si affronta.
“…quando si cammina da soli, cambia anche il modo di percepire le cose…”.
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