A 130 km circa da Montreal si trova questo fantastico paesino colorato. Meta tra le più conosciute per la stagione sciistica, è un luogo perfetto per passare un paio di giorni immersi nella natura e nel silenzio.
Arriviamo nel pomeriggio. Raggiungiamo il nostro b&b che si rivela ancora più carino che dalle foto di Booking. Una coppia di mezza età molto cordiale, una casetta su due piani molto pulita con una veranda sul bosco e un porticato su un prato verde.
Sui rami più bassi vicino la casa ci sono delle casette colorate per gli uccellini. Dormiamo avvolti dal silenzio. L’aria fresca del mattino e una colazione strepitosa cucinata dalla padrona di casa ci danno la carica.
Passiamo dal supermercato per acquistare dei viveri e raggiungiamo il parco nazionale.
All’interno del parco ci sono dei rifugi e delle aree per campeggiatori. Il verde circonda il maestoso lago, Questo è Canada! Urlo dando un calcio sul petto ad uno che passava di là. (scherzo ovviamente). Mi sento come una spartana, piena di grinta, rigenerata da quell’aria pulita e quella natura così viva e pulsante.
La strada costeggia il lago ma, se non la stessi percorrendo, non avrei mai pensato ce ne fosse stata una. Sono gonfia di ansia, mi godo tutte le sfumature di verde di ogni singola foglia di quella stupenda foresta e il profumo fresco dell’aria che entra dal finestrino ma, nulla mi toglie dalla testa una cosa: e se le canoe sono già finite?!
Non posso spingere sull’acceleratore, è vietato andare a più di venti km orari, praticamente guido spingendo la macchina col pensiero, mi sento una dei Flintstones; finalmente troviamo il cartello dell’aria adibita al noleggio delle canoe e dei pedalò.
Scendo dall’auto scordandomi di tirare il freno a mano e, sopratutto, di togliere la cintura di sicurezza. “Hai intenzione di portarti dietro l’auto o slacci la cintura di sicurezza? Non correre tanto ce ne saranno a decine, figurati se finiscono le canoe” mi dice mio padre, ma io sono già lontana.
Faccio a gara con un paio di famiglie che, da diverse direzioni, si stanno avvicinando alla reception e, con passo lesto, come i vecchi che al supermercato puntano la cassa appena aperta, arrivo per prima al bancone e riesco ad accaparrarmi una super canoa canadese giallo fiammante! (e sì, ce ne erano a decine)
Facciamo il giro di tutto il Lac Monroe, facendo molta attenzione a non ribaltarci, sembra facile ma non lo è affatto. Ci sono piccole coste sabbiose dove potersi fermare per godere del silenzio o per fare un tuffo in acqua.
Pura libertà. Fare il bagno in un lago canadese e vedere solo foresta tutt’ intorno è qualcosa che assomiglia concretamente al pensiero astratto di felicità, almeno per me.
Sapete cos’altro è veramente unico? Loro…
Zampettavano timidi cercando di capire dove volevamo andare.
Siamo rimasti fermi in acqua a guardarli, eravamo noi gli intrusi, i fuori posto ed è sempre bello sentirsi ospiti in mezzo alla natura, significa che siamo riusciti a rovinarla il meno possibile.
Dopo qualche ora torniamo verso il noleggio e, felicissima per non essermi mai ribaltata oscillo a destra e sinistra per convincermi che, infondo, la canoa non era poi così difficile da gestire. Alla seconda oscillazione ci siamo ribaltati.
Mio padre è uscito dall’acqua senza dire una parola, perché è sempre un signore. Io al suo posto avrei tirato giù una lista di parolacce e poi, una volta esaurite, ne avrei inventate di nuove.
Lasciamo il lago e andiamo nel centro di Mont Tremblant. Stasera la cena la offro io, mi sembra il minimo.
Il paesino è piccolo e coloratissimo, pieno di ristoranti, negozi (è qui che ho comprato il mio bellissimo Tilley Hat) e artisti di strada.
Siamo come due ragazzini al parco giochi, prendiamo la seggiovia e arriviamo in cima alla montagna e
dalla vetta, scendiamo a valle con uno slittino tutto speciale.
Se non fosse che in Italia per le strade abbiamo buche più profonde di tane di marmotte, ci andrei anche a far la spesa con sto coso. Dieci minuti di discesa a tutta birra ad alto tasso di divertimento!

























