Signora: “Dai vieni amore, ti tengo la mano, tranquillo è sicuro”
Signore: “Tranquillo un cazzo, vai vai! Io t’aspetto qui.”
Signora: “Ma dai muoviti! É facile vedrai! Basta che non guardi sotto. Ci vorranno si e no due minuti per arrivare dall’altra parte.”
Signore: “Ti ho detto vai. Eccheccazzo. Non insistere. Non ci voglio venire.”
Signora: “Ma sei così fifone? Ci sono io qui.”
Signore: “Ascolta, ci vuoi andare o torniamo a casa? Dai sbrigati che la Signora deve passare.”
La signora in questione sarei io. Sono in piedi dietro di loro e, non ho proprio alcuna fretta. Mi sto godendo la loro conversazione e rido dentro cercando di rimanere seria per non farlo capire. Lui, indossa i calzini di spugna bianchi sotto dei sandali con la chiusura a strappo anche se, dato il forte accento toscano, dubito sia tedesco. Lei, ha il temperamento di una tarantola, frenetica, super entusiasta, si muove veloce come quelli che nelle pubblicità corrono nei negozi di elettronica durante il fuori tutto.
Signora: “Dai ti prego andiamo. Fallo per me!”
Signore: “Che palle! Adesso ti mollo qui e vo in macchina sappilo!”
Signora: “Ok va bene, che palle tu! Almeno prendi il telefono e fammi tante foto!”
Alla centoduesima foto decido che è arrivato il momento di farmi coraggio e intromettermi tra i due per affrontare il lungo ponte in ferro che continua ad oscillare a causa dei passeggiatori che già lo occupano. Questo movimento ad altalena non è molto rassicurante ma son venuta apposta fin qui e non posso restare a guardare qui in piedi accanto a Fra Cazzo da Velletri che continua a scattare foto ad una sagoma ormai lontanissima.
Il mio cane nel frattempo ha trovato un angolino confortevole in cui accucciarsi nell’atteso del mio ritorno.
Un bel respiro e appoggio il primo piede su questo corridoio stretto in ferro che (minchia lo sento solo adesso!) cigola anche un po’.
Il ponte sospeso delle ferriere fu inaugurato nel lontano 1923, è lungo 212,4 metri, stretto 80 cm e dista da terra 36 metri. Fino al 2006 era inserito nel Guinness dei primati come ponte sospeso più lungo al mondo poi, il Giappone ci ha scippato il record con il suo ponte di Kokonoe Yume che diciamolo sarà anche lungo, ma non ha lo stesso effetto wild.
Fu l’ingegnere Vincenzo Douglas Scotti ad ideare questa passerella sospesa per poter accorciare il tragitto che gli operai, provenienti da altri comuni, dovevano percorrere ogni mattina per recarsi nella fabbrica metallurgica di Mammiamo Basso. L’ultima revisione straordinaria nel 2014 ha permesso l’installazione di led alimentati da pannelli solari fotovoltaici che rendono ancora più suggestivo il camminamento anche nelle ore serali e notturne. (ma di notte non l’ho mai visto)
La regola del ‘non guardare giù’ per me non funziona, continuo ad osservarmi le punte delle scarpe. Metto a fuoco ciò che sta sotto la grata e scorgo uno spettacolo senza eguali. Il fiume scorre proprio sotto di me e le cime degli alberi hanno piccole foglie verdi che ondeggiano al ritmo dei miei passi.
Quando finalmente raggiungo l’altra sponda, sentendomi quasi un eroina, guardo in alto per sorridere alle grandi nuvole grigie e… noto lui. Un ragazzo in piedi su una fettuccia di tessuto così stretta che non andrebbe bene nemmeno per legarsi i capelli.
Cammina con un equilibrio innaturale, concentrato sì ma, con uno strano sorriso di libertà disegnato sul viso sudato. Rimango immobile per diversi minuti pensando che il cigolio del ferro del ponte potesse distrarlo. Sono totalmente incantata. Stiamo tutti e due sospesi in aria (beh non proprio allo stesso modo!), tutti e due lì insieme, in piedi sopra il silenzio del bosco.
Capita che perde l’equilibrio e cade ed io ho molta più paura di lui che, come se nulla fosse successo, si aggrappa alla fune e con apparente semplicità torna in piedi con un solo salto. Roba che io quando mi allaccio le scarpe e mi alzo troppo velocemente rischio di cadere rovinosamente in terra lui invece, si rialza sfruttando il solo appoggio di 4 cm di stoffa! Assurdo. Un vero fenomeno.
Devo ringraziare questo ragazzo perché ha reso la mia esperienza sul ponte sospeso suggestiva, elettrizzante, poetica ed indimenticabile.
























