Un luogo che toglie il fiato.
Nulla di più affascinante.
Dopo aver indossato delle caldissime tute, ci fanno accomodare sul bordo di un gommone.
Il mio conducente è un fustacchione sulla quarantina, assomiglia ad un James Bond nordico.
Un fascino seducente, con quel sorriso che farebbe sciogliere il ghiaccio. (questa era una freddura.) (anche questa lo era!)
Mi tengo forte alle cinghie mentre il gommone sfreccia verso la parete bianca.
Il muro di ghiaccio è alto come un palazzo di venti piani, forse trenta, noi siamo molto piccoli al suo cospetto.
Il nostro marinaio, a questo punto chiamiamolo Bond, ci descrive la grave situazione. Il ghiaccio si scioglie molto velocemente negli ultimi anni, ciò significa che di questo passo scomparirà e sarà difficile poter sopravvivere per alcune specie di animali.
Vediamo dei cuccioli di foca nuotare sinuosi tra gli iceberg che galleggiano intorno a noi.
Il ghiaccio ha forme irregolari, solo un decimo della sua grandezza è visibile sulla superficie dell’acqua.
Ci avviciniamo per ammirarli ad un palmo dal naso, ne prendiamo un pezzo piccolissimo e lo coccoliamo come fosse il figlio del mare.
D’improvviso un boato. Un pezzo del muro di ghiaccio si stacca e viene giù proprio davanti ai nostri occhi.
Mi è scesa qualche lacrima.
Ho pensato fosse stata colpa mia. Deve averlo pensato anche qualcun altro perché ho visto il rammarico negli occhi dei miei compagni.
E in effetti, è sempre colpa nostra. Ogni volta che muore un fiore, che si estingue una specie, che un corso d’acqua viene inquinato.
Il panorama attorno a noi è incredibile. Fa freddo, fa un freddo fottuto ma il sole risplende su quei pezzi di acqua e gas.
Torniamo alla riva dopo un’ora circa.
Neanche il tempo di fare qualche smorfia per ritrovare la sensibilità del viso e…un uomo si spoglia e si tuffa in acqua per spostare, con le mani, un iceberg grosso come un automobile che si era avvicinato un po’ troppo alla riva.
Ragazzi miei, non ho potuto fare altro che buttarmi a terra in ginocchio e chiedere la sua mano.
Se solo avesse risposto, sì.
Adesso sarei stata accanto a lui, con le infradito e il maglione di lana a collo alto, mentre masticavo pezzetti di squalo putrefatto e indicavo ai turisti il modo corretto per reggersi al gommone e non cadere nelle acque gelide. “solo mio marito ha il fisico per farlo” avrei detto sorridendo.
Peccato.
Passeggiando a piedi lungo la costa si arriva direttamente al mare. Sulla spiaggia nera ci sono centinaia di pezzetti di ghiaccio, grandi come un pugno, come un pallone da calcio e come un orso. Sembrano diamanti lasciati cadere da un gigante. Lisci, lucidi e trasparenti.
Cammino in questo giardino di brillanti e mi perdo a guardare il mare, le foche e gli iceberg galleggianti.
Faccio una pausa ristoratrice seduta al sole con una buona lattina di Ginger beer e una fetta di carrot cake e poi assisto ad un matrimonio a dir poco intimo e romantico.
Questa cerimonia batte ghost, pretty woman e bamby a mane basse.