Autore: Hermann Keyserling

“…come potrebbe mai un uomo di cultura non essere reazionario?…”

Solitamente alla fine di ogni lettura sfoglio a ritroso il libro per ricontrollare le parti salienti sottolineate ed i passaggi accanto ai quali ho annotato qualcosa a margine. Fare la revisione di questo testo è stato compito assai arduo. Hermann ha scritto un resoconto di viaggio improntato sull’animo e sulla storia di tre Continenti distanti tra loro non solo geograficamente, e lo ha fatto in una maniera così complessa ed intelligente che ho preso appunti quasi ad ogni paragrafo! Da questo lungo tour è nato un saggio a dir poco favoloso.

È un nuovo modo di raccontare il viaggio quello di Keyserling (d’altronde avendo egli fondato ‘la Scuola della Saggezza’ non poteva che uscirne un lavoro ambizioso e puntuale), egli ha uno sguardo rivolto alle persone più che ai luoghi. Il carattere, le attitudini e le virtù di una popolazione, derivano dalle loro credenze, dalla religione, dalle guerre subite e combattute, dalle colonizzazioni e dalle conquiste, da tutte quelle influenze che nei secoli hanno cambiato le percezioni e gli stati d’animo della gente, ed è questo che interessa maggiormente lo scrittore. Più che la descrizione di una chiesa o di una montagna, Hermann ci regala la poesia della gestualità di un contadino o la ritualità di un folla in preghiera. È ciò che interessa all’autore: indagare nell’animo umano, negli aspetti più profondi dell’evoluzione di una società, nelle differenze tra un popolo e l’altro, della cultura e del rapporto con l’esistenza. Un approccio non solo descrittivo ma interpretativo, scava nel passato per conoscere il presente e predirne il futuro.

“Chi combatte è essenzialmente un distruttore, è cieco, fazioso, ingiusto e ottuso. Il saggio non combatte mai.”

Il Giappone è il luogo in cui l’esterno si raccorda con l’interno e dove la Natura è in perfetta sintonia con l’uomo. L’America è il paese giovane, i suoi abitanti sono nell’età della pubertà, non comprendono lo spirituale e non hanno ben chiaro il significato dell’esistenza; per l’uomo d’affari d’oltreoceano il denaro diventa uno scopo per cui sacrificarsi mentre, in Cina, è la gentilezza e la calma che pervadono gli animi dei lavoratori. L’oriente sotto molti punti di vista è parecchio più evoluto dell’Occidente, per quanto riguarda la morale ad esempio, la Cina fonda la sua società sul rispetto, non solo tra uomini ma, come definiva Goethe: ‘il rispetto che sta sopra di noi, sotto di noi e per ciò che ci è simile’.

Tra visite a monasteri, chiacchiere al ristorante, passeggiate tra campi coltivati, viaggi in treno e in nave, visite al cuore delle città e conversazioni con amici, Keyserling affronta i temi più importanti: religione, politica, spiritualità, sensibilità, fisicità, economia ed arte, mischiandoli tra loro e restituendoci un resoconto perfetto di quello che era il mondo ad inizio del 1900.

Durante questo suo peregrinare, non c’è luogo o circostanza che non inneschi in lui una serie di ragionamenti che sfociano con deduzioni e teorie di un acume strabiliante e, grazie ad un’esposizione generosa appassionante e scorrevole, il suo diario di viaggio si tramuta in un saggio di filosofia che dovrebbe (a mio avviso) essere letto da tutti.

“…dal punto di vista del senso non v’è alcuna differenza tra vita vegetativa e vita divina. Così inteso il monito «Torniamo alla Natura!» ha sempre fatto progredire l’uomo…anche il fatto di copiarla superficialmente, tornando al suo stato in quanto tale, può riavvicinare al suo centro vitale l’uomo prigioniero del concetto.”

Hermann definisce il tempo in cui vive come l’epoca di distruzione come nessun’altra in precedenza, lasciando però (fortunatamente direi) margini di speranza per un futuro meraviglioso in cui i popoli capiranno il vero valore della vita.

“Sono profondamente depresso…la cultura moderna raggiungerà un’analoga maturità soltanto quando l’attività meccanica avrà alleggerito l’uomo dalle sue fatiche. Ma ciò che spaventa in questo mondo è che la vita si esaurisce completamente nel meccanizzatile, poiché lo strumento asserve l’uomo che dovrebbe dominarlo.”

Keyserling morirà nel 1946 ma le sue parole sembrano predire i tempi che lo hanno succeduto e calzano a pennello se si pensa alla società odierna. Le difficoltà da lui previste, le forme di governo, le distrazioni dei popoli, l’assoggettamento ad un pensiero, l’essere ribelle, l’ignoranza dilagante e le forze di potere. C’è proprio tutto tra queste pagine, ogni forma di governo viene analizzata e l’uomo è il soggetto cardine di ogni sua peregrinazione mentale. Un viaggio nella civiltà di gran lunga più entusiasmante di tanti racconti già recensiti.

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