Autore: Julio Cortázar e Carol Dunlop

“…il fatto è che verso la metà del viaggio sarebbe subentrata l’abitudine, perfino la routine, era prevedibile; ma che al quinto giorno e appena alle porte della Borgogna stessimo vivendo una vita la cui unica definizione possibile è la naturalezza, a momenti ci stupisce…”

Appena tre anni di matrimonio, lui parecchio più âgé di lei, un furgoncino rosso Wolkswagen ed un progetto che frulla nelle loro teste da diverso tempo: percorrere l’autostrada Parigi-Marsiglia senza mai uscire.

Circa ottocento chilometri lungo una striscia d’asfalto che taglia in due la Francia da Nord a Sud. Le regole sono precise: dovranno documentare ogni area di sosta e di parcheggio, i ristoranti ed i motel lungo la strada, fermarsi ogni sera a dormire nella seconda o nella terza area di servizio visitata. Riusciranno nella loro impresa e raggiungeranno il porto di Mars dopo un mese. (23 maggio – 23 giugno 1978).

“Dobbiamo essere onesti e riconoscere che la stupidità umana ci aiuta moltissimo in questa spedizione…siamo i beneficiari di una strana legge non scritta, secondo la quale la stragrande maggioranza dei turisti che viaggiano per scappare dall’inferno urbano, dall’inquinamento atmosferico e dal chiasso delle strade, tende a parcheggiare la propria auto il più vicino possibile all’autostrada, praticamente all’entrata o all’uscita del parcheggio…”

É un viaggio lento il loro, così lento che solitamente percorrono quindici minuti di strada per poi fermarsi tre ore, ripartire, guidare per qualche minuto e parcheggiare nuovamente per riposarsi all’ombra di qualche albero sulle sdraio a fiori pieghevoli (le sedie sono pieghevoli, non i fiori), in quegli enormi spazi verdi che si sviluppano distanti dalla sede stradale e che ospitano sempre qualche tavolino con panchine, delle fontanelle, i bagni o delle strane opere d’arte.

Un diario di viaggio in piena regola, come quello che veniva redatto dai lupi di mare durante le lunghe traversate. Troviamo quindi: orari, elenco completo dei pasti, spostamenti, disegni che ritraggono il percorso giornaliero, fotografie e commenti alla giornata e alle attività svolte.

Il bello di questo libro è che, grazie a tutti questi dettagli che si mischiano alla narrazione, si possono rivivere i meravigliosi anni Ottanta. Quelli in cui ci si fermava per un picnic e si apparecchiava il tavolino in legno con la tovaglia. Gli anni del traffico quasi nullo, delle auto spigolose e degli ottimi ristoranti nelle aree di servizio. Gli anni delle macchine da scrivere, quelli in cui gli unici passatempo, (le distrazioni) erano libri e mangianastri.

Gli anni degli sconfinati spazi verdi, delle grandi amicizie e delle imprese straordinarie. Tutto sembrava possibile negli anni Ottanta, si viaggiava più lentamente e lo si faceva per stare insieme.

Un libro interessante per struttura e contenuto. Diverso dai soliti diari di viaggio ma, stranamente, ricco di vita.

“…il mondo è pieno di aree di sosta, in fondo, dove forse ci aspettano sogni di una tale ricchezza da valere tutti i viaggi di andata…”

 

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