Autore: Gilles Béguin e Dominique Morel

Questa guida è piccola di dimensioni ma completa e davvero molto interessante. Si divide in due parti: nella prima viene riportata la storia della Città Proibita, dalla costruzione ai giorni nostri. A corredo di una descrizione cronologicamente precisa e dettagliata, ci sono centinaia di fotografie, documenti a colori, disegni, immagini che ritraggono sezioni di architettura, particolari di statue, oggetti d’arredamento, pergamene e dipinti. La seconda parte s’intitola “testimonianze e documenti” ed è ancora più accattivante. Un susseguirsi di estratti di libri, articoli di riviste della fine del 1800, reportage di giornalisti e scrittori che hanno visitato la Città Proibita in diverse epoche. Grazie a tutti questi viaggiatori scopriamo curiosità che senza di loro sarebbero sicuramente scivolate dalla memoria collettiva.

“Nella città proibita vivono, oltre all’Imperatore, alle spose imperiali e alle concubine, migliaia di persone fra missionari e precettori, inservienti, eunuchi, soldati e mandarini…”

Siamo nel 1405 ed il terzo Imperatore della dinastia Ming decide di trasferire la capitale dell’Impero cinese da Nanchino a Pechino e di edificare, nel cuore della città, la residenza imperiale: la Città Proibita. Per i cinque secoli successivi questo luogo sarà il simbolo del potere assoluto dell’Imperatore ed il fulcro dell’Impero di Mezzo.

La storia di questa piccola città protetta da un fossato d’acqua e da mura di cinta, è caratterizzata da un susseguirsi di dinastie e sovrani dalle indoli più disparate; dall’imperatore di sette anni, al conquistatore feroce, dall’amante della cultura, al superstizioso. La città si piega alle esigenze della famiglia Imperiale e acquisisce ritualità che si consolidano nel tempo.

La guida ci descrive ogni singolo edificio e le sue funzioni, ci racconta le conquiste e le guerre avvenute fuori e dentro i territori cinesi, ci ricorda di carestie ed epidemie e di tradizioni discutibili, come quella dell’evirazione dei giovani ragazzi per poter permettere loro di lavorare a corte come eunuchi.

Si può affermare, dopo la lettura di questa guida, che il fascino della città proibita si nasconde dietro la sua storia;  le sale dorate o i palazzi color porpora sono affascinanti ma, ciò che fa davvero memorabile un luogo (nel bene o nel male), sono le persone che lo hanno vissuto.

“…poi eravamo andati a visitare la Città Proibita, la Città Imperiale, e io m’aggiravo dietro Hong Sing per quei meravigliosi cortili, per quei palazzi disposti a distanza l’uno dall’altro, e mi sentivo girare la testa, poiché non v’è nulla al mondo, dico nulla, neppure Versailles, che dia il senso della regalità, della potenza terrena, della ricchezza, della fastosità, come i palazzi imperiali di Pechino…”

 

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