Dopo aver saputo dell’ennesima coppia di americani che come location di nozze hanno scelto Radicondoli, mi sono chiesta…ma che cazzo c’è a Radicondoli?

Nulla.

O meglio….

C’è tutto quello che occorre e, nulla di superfluo. C’è il tabaccaio, il forno, il piccolo supermercato, la posta, un negozio di manufatti locali, il pittore che mette in bella mostra i suoi lavori, il ristorante, il bar, il comune, il dottore, il dentista e la chiesa. E poi c’è il classico silenzio di questi piccoli paesi, la fontana con l’acqua potabile e sempre fresca, i bambini che si rincorrono gridando lungo la via principale; c’è il gruppo di anziani, che sta in piedi in cerchio all’ombra di un albero e confabula sui classici temi: politica, agricoltura e previsioni meteo; ci sono i giovani che bevono e ridono seduti al tavolino del bar.

Suonano le campane e dalla chiesa esce una dozzina di signore, sostano sul sagrato qualche istante e poi si dividono in piccoli gruppetti e, a passo svelto, prendono direzioni diverse. Le seguo con lo sguardo e percepisco una specie di ansia, camminano guardando dritte davanti a loro e non si dicono nemmeno una parola, controllano l’orologio continuamente e, una volta giunte difronte al portone di casa, si congedano dalle compagne di preghiera in maniera furtiva, girando la chiave nella toppa con una rapidità quasi aggressiva. Guardo l’orologio anch’io e mi rendo conto che è quasi ora di pranzo…ecco spiegata la concitazione! Del resto il cibo non si cucina da solo, giusto?

Qualcun altro, che di premura non ne ha, siede sulla panchina della piazza e sfoglia le pagine del giornale usando la tecnica del soffietto: lo chiude riunendo le mani, poi col pollice sinistro afferra la pagina successiva e torna a distendere le braccia.

Ed infine c’è lui, un po’ defilato, con lo sguardo assorto e una goccia di sudore che scivola sulla tempia sinistra, sta tentando la fortuna raschiando con una moneta su dei gratta e vinci colorati. “Questa l’è la volta bona che mi levo di culo!” Non so se sia del posto ma, tra me e me penso:

‘Ma come? Vengono addirittura dall’altra parte del mondo per sposarsi qui e tu te ne vuoi andare?’

Mi allontano senza nemmeno sapere se abbia vinto qualcosa o no e, con una passeggiata di 2 minuti scarsi, esaurisco il paese. É a questo punto che mi viene in mente quello che dicevano le nostre mamme quando eravamo piccole.

“Se tussei riccia voi i ‘apelli lisci e se tucciai i ‘apelli lisci tulli voi ricci”.

Niente di più vero. Magari se domandi a qualcuno di Radicondoli dove vorrebbe sposarsi ti risponde: Miami, Las Vegas, Parigi o Hawaii. Come siamo strani in effetti. Ci affascina la diversità, l’anormalità, l’unicità, e siamo disposti a cambiare continente per scovarla. Non c’è nulla di male a sognare di vivere altrove, anche solo per un breve periodo o per il tempo necessario a sposarsi; io penso di trasferirmi chissà dove praticamente ogni dieci minuti ogni giorno tutto il giorno.

Devo dire però, che c’è una cosa che chi ha avuto la fortuna di vivere in Italia sa fare meglio degli altri ed è… saper riconoscere la bellezza ogni volta che ti si presenta davanti.

You May Also Like

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *