Per non perdere del tutto la conoscenza di antichi mestieri e di costruzioni o villaggi che col tempo sono stati abbandonati, ecco che arrivano in soccorso gli ecomusei. Si trovano solitamente in mezzo alla natura (ma ci sono anche quelli metropolitani) e mantengono i riflettori su aspetti della vita passata di un determinato territorio valorizzandone così quelle peculiarità che un tempo erano il punto di forza per quel luogo. Ci sono ecomusei lungo tutta la nostra penisola e anche gli altri stati ne sono ricchi.
Questo mulino ne è un valido esempio.
Nascosto dalla strada e dalla vegetazione, proprio sotto il paesino di Orsigna, c’è questo piccola costruzione in pietra risalente al 1820 e poco distante, seguendo il corso dell’acqua, si trova il grande mulino con pale in quercia rimasto in funzione fino al 1948. (Entrambe le strutture sono state restaurate nel 2000).
La zona è famosa per gli estesi castagneti e proprio qui si concludeva il processo di lavorazione delle castagne che venivano prima fatte seccare all’intero della piccola casetta in pietra e solo successivamente ridotte in farina.
Era un procedimento piuttosto lungo, al pian terreno c’era il fuoco, costantemente alimentato per oltre quarantacinque giorni e sopra di esso vi era un solaio costruito con assi in quercia sul quale venivano riverse le castagne. Appena secche, potevano essere sgusciate ed erano così pronte per la lavorazione.
La passeggiata è breve ma i più piccoli si divertiranno a passare da un ponte all’altro alla ricerca di farfalle, insetti e pesci per poi giungere in un vasto spazio verde che considero un luogo perfetto per un pranzo all’aria aperta ma, se stare seduti a terra non è la vostra massima aspirazione, nessun timore, all’inizio del sentiero c’è una trattoria che mi è sembrata davvero molto accogliente.






















