Il cremlino è una cittadella fortificata di epoca medievale. Inutile dire che, oltre a quello celebre di Mosca, in giro per la Russia ce ne sono in quantità considerevole e, nonostante si assomiglino un po’ tutti, hanno un fascino straordinario.

Davanti a quello di Rostov Velikji c’è un mercato di prodotti artigianali.  Elegantissimi cappelli in pelliccia di tutti i colori, caldi colbacchi e berretti di lana imbottiti di pelliccia. Per gli inverni rigidi di queste zone sono un must have… avoglia a dire “compra da Decathlon almeno è tutto sintetico”, se sei in mezzo ad una tormenta ed ogni goccia di pioggia si trasforma in finissimo cristallo ghiacciato percuotendoti ripetutamente come fossero aghi lanciati da un agopunturista cinese impazzito…voglio proprio vedere se con il cappellino in pile e neoprene non ti cascano le orecchie. Poi ci sono gioielli frutto dell’estro di anziani artigiani, scialli in seta con stampe di matrioske o esili ballerine di danza classica e oggettistica varia. Faccio qualche acquisto provando ad interagire tra il mio italianenglish e il loro russenglish, cavandocela sempre alla grande tra sorrisi e strette di mano, i loro prodotti sono realizzati magnificamente e il prezzo è così basso che quasi non ci credo tanto che mi faccio scrivere la cifra su un pezzo di carta per esser certa di non aver frainteso.

“Ciao Francoski!” saluto il simpatico cappellaio e mi dirigo verso l’ingresso. Entrare in un Cremlino ha un sapore romantico, è tutto così fine e ricercato che vien voglia di reggere l’ ampia gonna con due dita per accompagnare i movimenti del passo. Purtroppo no ho la gonna ma, per darmi un tono, farò lo stesso un rapido inchino come è d’uopo nella corte di un castello (naturalmente mentre la guida è girata e son certa che non mi stia vedendo nessuno).

C’ è un film russo degli anni settanta (il regista è Leonid Iovič Gajdj) s’intitola: “Ivan Vasilevich cambia professione” ed è una commedia molto simpatica basata sugli equivoci e divertenti accadimenti dovuti ad una macchina del tempo che trasporta un ladro e un pensionato nel castello di Ivan il Terribile e lo Zar prende il posto dei due nella realtà del ventesimo secolo. Le scene vengono girate proprio qui e si riconoscono i camminamenti, le porte d’accesso, i vari complessi e le inconfondibili lucenti cupole a cipolla. E proprio sotto lo Zar Ivan che nel XVI vengono erette la maggior parte degli edifici sacri che possiamo ancor oggi ammirare (tra i quali anche San Basilio sulla Piazza Rossa) conosciute per i colorati ed eleganti bulbi.

All’interno di un Cremlino si trova quasi sempre un orto o un giardino ben curato, un camminamento della cinta muraria, la possibilità di salire sulla terrazza di un palazzo o sulla sommità di una chiesa. É un luogo sempre molto pulito ed ordinato, dove si passeggia volentieri avvolti dal silenzio e da un’atmosfera che ha del magico.

Il rintocco delle campane mette allegria, vibrano nell’aria delle musiche orecchiabili che invitano a seguire il ritmo battendo la punta del piede a terra. Fortunatamente sono sotto di loro nel momento di quiete.

Non contenta di aver dato scampo ai miei timpani, vado a stordirmi in altro modo…acquisto un bicchiere di medovukha (bevanda alcolica al miele) al bar interno e mi siedo a sorseggiarla su una panchina davanti al laghetto sul quale si specchia la basilica centrale. Le bevande dolci e alcoliche non sono il mio forte ma assaggiare ciò che di tipico e tradizionale ha da offrire il luogo in cui ti trovi è sempre la giusta mossa perciò… na zdorov’ye! alla Russia e ai suoi splendidi Cremlini!

 

 

 

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