Entro in una sala sul cui pavimento è stata incollata una cartina formato gigante. Scorro con lo sguardo qualche nome fino a che la mia attenzione non viene rapita da una piccola scritta, un nome in mezzo a tanti, quello laggiù quasi in angolo.

Forse c’è scritto Trova, oppure Trona. Mi avvicino per guardare meglio. Sembra Troua, sì sì pare proprio Troua. Strizzo gli occhi quanto basta per far finta di mettere a fuoco anche se in realtà ho la vista di un falco…eh no! c’è proprio scritto Troia.

Possibile? L’isola di Troia…in Toscana… alzo gli occhi per far mente locale ma no! non l’ho mai sentita!

Mi faccio un paio di passi nelle vicinanze calpestando luoghi che ho già visitato, città che conosco e piccoli comuni dei quali ho sentito parlare e dopo un breve peregrinare ritorno su Troia.

“Oh ma tu la conosci sta Troia?”

“Quale Troia?” Si gira su se stesso per guardarsi attorno.

” Ma che stai facendo? Dove guardi? Non parlo di una troia in generale,  ma della Troia che sta in Toscana!”

“Ma chi Jessicona?”

Mi si dipinge in volto un’espressione tra lo sbigottito e l’allibito…”Mo chi cazzo è  sta Jessicona?”

“Ma no niente… è una… quando eravamo ragazzi…insomma era famosa…la Jessicona hahaha…non ti fa ridere il nome?…ahahha …vabbè dai stavi dicendo?”

“Guarda faccio finta di non aver sentito niente.” Sguardo feroce e riprendo fiato “Io sto parlando dell’isola.. l’isola di Troia.”

“Ma quale? Quella dell’ Òmero?”

“A parte che si dice Omero e non òmero che è un osso del braccio…comunque no! Non la Troia città dell’Iliade ma la Troia isola.”

“Non ti seguo.”

“Ma come non ti seguo?! Guarda qui!”  Imbestialita indico con il piede la scritta sulla mappa. “Cosa c’è scritto qui?”

“Trona”

“Ma come Trona? C’è scritto Troia!”

“Ah ok Troia, va bene non ti agitare però.” Con le mani mi fa segno di abbassare i toni. “Comunque mi sembra che la scritta sia sul mare e non sull’isola. Sarà il mar Troia.”

A questo punto lo guardo fisso negli occhi senza muovere un solo muscolo poi, restando in silenzio, mi allontano lasciandolo lì in bilico sulle coste toscane sperando che un po’ di vento lo faccia cadere giù.

 

E come al solito se una cosa non mi torna ci rimugino sopra per ore e va a finire che faccio il tragitto per tornare a casa con il tarlo di sta Troia che mi perfora il cervello. Non mi resta che rifugiarmi in internet, luogo virtuale che odio ed amo in egual misura e, dopo una brevissima ma soddisfacente ricerca, viene fuori che:  l’Isolotto dello Sparviero è conosciuto anche col nome di Isolotto della Troia (storpiatura di Portus Traiani) ed è a tutt’oggi un luogo amato da gabbiani e sub. I gabbiani ci nidificano essendo del tutto disabitata e formata da sole rocce, mentre i sub vanno a caccia di antichi tesori romani come anfore o pezzi di relitti. Tralasciando quindi gli abissi che a quanto pare sembrano di un certo interesse, su Troia c’è ben poco da vedere, rimane in piedi una piccole torre a ricordo di tutti quei soldati che, nel tardo Medioevo, dovevano star qui in mezzo al nulla a scrutare l’orizzonte.

 

 

 

 

 

 

You May Also Like

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *