Inutile negarlo, alla Galleria si accede con la fervida curiosità di vedere il magnifico David di Michelangelo Buonarroti.
Un’opera straordinaria, di una bellezza sincera, realistica, poetica. Ci giro intorno cercando di non perdermi un solo dettaglio. É la mano destra l’elemento che mi colpisce di più. Le vene, le nocche, la piega del polso, le unghie, una precisione ed accuratezza davvero impressionante sopratutto perché si tratta di un pezzo di marmo scolpito. A quanto pare le mani sono un po’ più grandi rispetto alle proporzioni del resto del corpo e lo è anche la testa. Si racconta che l’artista volesse enfatizzarne l’importanza: il capo è di fatto la ragione e le mani sono il mezzo usato dalla ragione per creare.
Scopro che quest’opera è il frutto di una sfida: il giovane Michelangelo appena venticinquenne, decise di cimentarsi nella creazione di questa scultura che già era stata abbozzata da altri due artisti nella seconda metà del 1400 i quali, riscontrando difficoltà probabilmente sia tecniche che d’ispirazione, abbandonarono il lavoro lasciando alla città un incompiuto e rozzo ammasso di marmo grossolanamente scolpito. Buonarroti in poco più di tre anni (dal 1501 al 1504) diede vita ad un capolavoro. Un uomo dai capelli ricci con un’elegante fisicità; i suoi muscoli sono visibilmente tutti tesi e pronti all’azione contro Golia.
Il museo, oltre ad una ricchissima collezione di mezzi busti in gesso, (ognuno dei quali mi colpisce per qualcosa di diverso come ad esempio: i lineamenti del volto, la pettinatura stravagante, l’espressione severa o timida, lo sguardo privo di pupille eppure spaventosamente espressivo) espone anche una collezione di liuteria con degli strumenti dei quali, in tutta sincerità, non conoscevo affatto l’esistenza: la chitarra a pianoforte, la tromba marina, la ghironda e la spinetta ovale.
Poi, alla fine, ci sono loro…i dipinti.
Io vado matta per le gallerie di quadri, non riesco mai ad apprezzarle con la dovuta intelligenza purtroppo, vengo sempre distratta dai dei particolari che mi appaiono comici o irreali. Finisco spesse volte per ridere (anche rumorosamente) ma non posso farne a meno, per me è questo il bello di un museo, far tremare le spalle mentre sogghigno sotto i baffi per qualcosa di assurdo e stupido che mi è venuto in mente mentre, intorno a me, tutti gli altri ammirano le opere con una certa devozione e riverenza.
Non posso farci nulla per me Ricky Gervais ha maledettamente ragione! Alla fine del suo spettacolo Humanity ha detto queste parole: “…tutti moriremo. Se riuscite a ridere delle avversità sarete indistruttibili. Ho una regola semplicissima: se pensi qualcosa che fa ridere devi dirla. Comunque vada. Può andar bene o può andar male. Ma devi dirla….”. Perciò, senza offendere nessuno e a costo di sembrare blasfema, non posso esimermi dal scrivere ciò che la mia mente ha pensato.
“Bello questo porta carpa! Lo hai comprato su Wish?”
” Mmm, non è che mi convinca molto”
“E dai assaggia, ti dico che è buono sto sushi. L’ho preso da I’ Mmerda al baracchino all’angolo, te poi fida’!”
“Questo è il ballo del qua qua e di un papero che sa…”
“Ti ho portato un presente”
“Per carità non c’ho manco i vasi in casa! Stammi lontano co’ sti fiori che so allergica!”
Proporzioni:
“Maestro come le sembra?”
“Dai! Ma lo vedi anche da solo che non va bene?! Rifallo che è sproporzionato!”
Proporzioni 2 la vendetta:
“Ecco maestro adesso va bene?”
“Ma che mi pigli per il culo?! Non dovevi rimpicciolì il bambino, dovevi ingrandì il seno!”
Alla sfilata di Dolce e Gabbana la nuova collezione di mantelle per i guardiani dei fari.
“Che c’ho scritto Giocondo?”
“Basta na firmetta qui, qui e qui, e le invieremo l’enciclopedia direttamente a casa.”
“Guarda! Hanno fatto anche l’edizione tascabile”
“La copertina dell’album ‘gioca jouer’.”
Ai colloqui per il posto da San Pietro.
“Domani venite tutti con qualcosa per aprire il cancello”
“Mamma!!!… Mi sa che l’ho rotto!”
“L a frittata era buona… ci avrei messo giusto un pizzichino di sale in più.”
“Levate cocca, adesso ci sto a gioca’ io!”
L’arte è bella perché ha sempre un particolare che ti colpisce, ad esempio, in questo museo i dipinti hanno dei colori brillanti, alcuni invece hanno delle proporzioni assurde, in un quadro ho addirittura individuato un ufo rosso (!) che vola nel cielo e in un altro, intorno ad un crocifisso, un pittore ha disegnato una ventina di piccoli putti con solo la faccia e quattro ali rosse al posto del corpo (inquietante).
E Poi ci sono i quadri che ti fissano (i miei preferiti), quelli grazie ai quali lo sguardo di un uomo resta vivo per l’eternità.










































