Montecatini Alto

Se fossi una presentatrice radiofonica inizierei la puntata dicendo:

“Oggi parliamo di Gigio e Gigia … vi freno subito…. mi dispiace molto deludere la maggior parte di voi ma…non è una lezione di educazione sessuale!”

Sarebbe un ottimo inizio di programma, non bello come ‘The war of the worlds’ di Orson Welles , ma comunque un inizio.

Dal 1898 questa ferrovia a funi collega Montecatini Alto con Montecatini Bagni; tutto merito dell’ Ing. Alessandro Ferretti, un genovese che, non badando a spese (perché i soldi in effetti non erano tutti suoi), progettò questa meravigliosa funicolare. I due gentiluomini che permisero la realizzazione dell’impianto (quelli che misero il cash) furono l’Ing. Carlo Barbano ed il Cav. Giacomo Giovannetti ai quali viene doverosamente dedicata la piazzetta panoramica.

Una corsa vintage a bordo degli eleganti piccoli vagoni con le loro panche in legno lucide e i finestrini ai quali devi aggrapparti per poterli aprire. (Ricordo con affetto quelli nei vagoni dei vecchi treni, così fastidiosamente duri che potevi aprirli solo se altre dieci persone premevano con i polpastrelli sul bordo superiore con tutta la loro forza.)

Dopo aver viaggiato per qualche decina di metri su un unico binario, ecco che il Gigio e la Gigia s’ incontrano, si salutano con un colpo di fanale che ha l’aria di un malizioso occhiolino e poi si passano accanto, prima di lasciarsi l’uno alle spalle dell’altra.

Una volta arrivati in vetta si ha la sensazione di essere nella Capri toscana, quella in cui ti servono la coca cola con la ‘C’ aspirata. La piazza centrale è l’attrazione principale, i tavolini dei bar e dei ristoranti invadono lo spazio lasciando uno stretto corridoio di passaggio. Il borgo nel complesso è piccolo, una torre con l’orologio, una chiesa, un piccolo teatro e i vicoli che separano vecchi palazzi.

Se non hai appetito e non hai sete non ha molto senso salire fino a qui tranne che per il piccolo treno rosso, per lui …è il caso di dirlo…vale la corsa.