“Eccone un’altra che cade, stai a vedere….aspetta…”
“Ahiiiii!!!”
“Che ti avevo detto?!”
Le probabilità che una persona a Rovigno riesca a camminare con le infradito senza scivolare sono così basse che nemmeno il più incapace degli allibratori accetterebbe scommesse. La donna davanti a me, dopo aver rovinosamente sbattuto il sedere a terra, ha optato per un paio di parolacce in una lingua sconosciuta e, dopo essersele sfilate, ha scaraventato via le ciabatte con un lancio che nemmeno Auriol Dongmo alle Olimpiadi dell’anno scorso. La osservo soddisfatta non sapendo se applaudire o ridere ma non sono l’unica a fissarla dopo quel tiro effettuato con così tanta veemenza che nemmeno i napoletani a capodanno coi piatti di porcellana da infrangere sulla strada.
Il marito la prende sottobraccio e la sorregge nell’ultimo tratto in salita che porta alla chiesa di Sant’Eufemia. Probabilmente affiderà alla Santa il povero coccige martoriato. Da quassù in cima si può dominare tutta la città le cui piccole case vestono abiti colorati per presentarsi al mare che, innamorato, cinge tutto il promontorio.
Visitare questa piccola perla d’Istria è semplicissimo. Dal parcheggio vicino all’attracco dei pescherecci parte un lungomare ricco di negozi e piccoli bar che finisce con un mercato all’aperto. Prodotti tipici e frutta fresca invadono i banchi e, poco distanti i ristoranti mettono in bella mostra il pescato del giorno accanto ai tavolini quadrati posizionati a due metri dall’acqua. Immancabili, come in ogni località di mare che si rispetti, gli stand appesantiti da teli da mare e borse da spiaggia.
Una stretta stradina lastricata con pietre lisce color panna introduce ai vicoli nascosti di Rovigno. Negozietti per turisti e atelier di artisti allietano la passeggiata leggermente in salita che conduce in cima alla collina. Un piccolo faro, dei giardini pubblici e la cattedrale sono la conclusione della breve promenade. Scendendo dal lato opposto, sul retro della chiesa per intenderci, altre piccole vie piene di colori conducono all’altro lato della città. Proprio qui si trovano il maggior numero di ristoranti e locali, tutti affacciati sul porticciolo gremito di imbarcazioni in legno. C’è un’atmosfera rilassata e spensierata.
Tra le tante barche ce n’è una che assomiglia al pesciolino Nemo. Il suo fondo è trasparente ed è possibile ammirare i pesci che nuotano a pelo del fondale sabbioso. Il mare è una tavola e un giro è d’obbligo. Al largo Rovigno appare ancora più bella. Le casette a picco sul mare fanno un certo effetto. Immagino un ospite un po’ frettoloso che, in cerca del bagno, apre la porta che conduce dritta nell’Adriatico. “Franco! Me lo potevi dire che tenevi il mare in salotto! Li muerti…”
Svegliarsi e gettarsi direttamente in acqua dalla finestra della camera da letto dev’essere però una cosa più del tuffo in piscina di Fantozzi.
Intorno a Rovigno ci sono decine di spiagge, libere o attrezzate, e l’acqua è talmente limpida che si possono vedere intere famiglie di Cassiopea Mediterranea volteggiare sinuose. A parer mio sono tra le meduse più affascinanti al mondo per colore, forma e leggiadria. Sono innocue, sinuose e delicate, fare il bagno in mezzo a loro e poterle ammirare ad un palmo dal mio naso è stata una delle esperienze più poetiche ed emozionati di tutta la mia vita.


























































































