Il cappuccio.

Non quello che si prende al bar, ma quello del saio dell’ordine dei francescani che, nel 1500, dà il nome ai monaci cappuccini. Essi si contraddistinguevano per l’estrema povertà e, dopo aver visitato questa chiesa romana, direi anche per “l’estro” (vabbè definiamolo così).

È la prima volta che uscendo da una chiesa mi metto a ridere a crepapelle, solitamente rido prima, quando sono dentro, e non per maleducazione, ma perché tra le fila delle panche, c’è sempre qualche anzianotto che, provando a parlare a bassa voce, instaura una conversazione con il suo coetaneo che fa più o meno così:

“Ti sei confessato?”

“Chi?”

“Eh?!”

“Hai detto che è cascato, chi?!”

“Nel fossato?”

“Nel fossato? Ho detto: chi è ca sca to!?”

“Ma quando?”

“Tu hai detto è cascato!”

“Io!?”

“Sì tu!”

“Boh non ricordo. Speriamo non si sia fatto male, comunque…..ti sei già confessato?”

“Eh?!”

 

Questa volta rido per la follia, non quella di una conversazione surreale, bensì quella che spinge un uomo a disfare gli scheletri di quattro mila frati (vissuti tra il 1500 e il 1800) per costruirci decorazioni ed oggetti d’arredamento. Considerando che il corpo umano è composto, in età adulta, da 206 ossa…questo significa che Frate Antonio Marcello Barberini (che tra l’altro divenne anche Cardinale) si mise a ‘baloccarsi’ con ben ottocentoventiquattromila (824.000 così fa ancora più effetto!) ossa umane.

Della serie: ” lassateme morì ‘n pace e poi non giocate co’ l’ossa mie”, Frate Barberini decise di abbellire la cripta della chiesa di Santa Maria della Concezione assemblando tibie, scapole, rotule, vertebre, crani, costole, omeri, patelle, fibule, coccigi, falangi…dando libero sfogo alla perversa fantasia e costruendo lampadari, reggi candele, altari e decorazioni da soffitto.

Mentre cammino totalmente sbigottita, immagino Gianluca Torre che mi fa fare il giro del sotterraneo:

“Seguimi, oggi ti porto in quello che amo chiamare: lo scrigno del sottosuolo. Siamo in pieno centro in Via Vittorio Veneto a soli 9 metri sotto terra. Ambiente fresco in estate e caldo in inverno grazie a questi muri spessi 6 metri. Cripta ristrutturata nel 1631 con un’attenzione spasmodica al particolare ed ai dettagli. Abbiamo questo corridoio molto ampio sul quale si sviluppano più ambienti, tutti d’epoca finemente arredati. Puoi notare la bellezza del design di questi lampadari bombati fatti esclusivamente con scapole e tibie di frati con più di cinquant’anni. I soffitti poi, non ne fanno più così, completamente rivestiti da clavicole mandibole e rotule, con decori in rilievo per un effetto bombato super chic….”

Se oggi, nel 2025, io decidessi di entrare in un cimitero a dinoccolare gli scheletri di defunti per costruirci complementi d’arredo, probabilmente, (e sottolineo: probabilmente!) mi rinchiuderebbero in manicomio. Alcuni trovano questo luogo macabro, altri non sono riusciti a finire la visita senza star visibilmente male. Qualcuno troverà tutto questo divertente e molti altri lo vedranno con gli occhi stupiti di chi osserva qualcosa fuori dall’usuale. Quello che penso io è che, proprio come la legge, anche l’arte non è uguale per tutti.

Ci sono persone che osano e si permettono di superare ogni limite, e ci sono persone che dentro a dei limiti vengono segregate. La follia non è mai di chi la possiede, ma di chi, guardandola, la riconosce.

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